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domenica, Novembre 9, 2025

Agnone. Dopo le contestazioni a Frattura, ecco le proposte per il Caracciolo. Ma il piano non convince

AperturaAgnone. Dopo le contestazioni a Frattura, ecco le proposte per il Caracciolo. Ma il piano non convince

Pur nella veemenza dei toni – toni esasperati perché quella popolazione è stata letteralmente presa in giro dal Governatore Frattura – la contestazione organizzata ad Agnone contro la chiusura del Caracciolo rientra perfettamente nel confronto democratico. Nessuno sputo (come qualcuno ha creduto di vedere, interpretando erroneamente qualche immagine delle tv locali), solo un comprensibilissimo coro di fischi seguito da qualche insulto lanciato con disperazione e dall’invito a tornarsene a casa perché incapace di governare il Molise. E’ gente stanca delle chiacchiere. Che chiede solo che si capisca una vota per tutte che vivere in Alto Molise senza un ospedale significa rischiare la pelle. I disagi sono ormai all’ordine del giorno. In ogni caso durante l’incontro con il personale e gli amministratori locali, per Agnone è stato ipotizzato un pronto soccorso funzionante durante il giorno, mentre il servizio 118 – con mezzo di soccorso avanzato – dovrebbe coprire la notte. In realtà l’auspicio è quello di avere un pronto soccorso che copra le 24 ore, con un medico specializzato per le urgenze. Per il resto si è parlato anche di un reparto di medicina generale in grado di accogliere anche i pazienti operati che non possono essere dimessi in giornata, oltre che della presenza di un’equipe chirurgica che possa essere di supporto anche al pronto soccorso. Ci saranno anche il laboratorio analisi e la radiologia, mentre gli ambulatori territoriali saranno potenziati. Almeno nelle intenzioni. «E’ vero che il deficit impone tagli – è il parere di don Francesco Martino, cappellano dell’ospedale e responsabile della Pastorale per la salute della diocesi di Trivento – ma per rendere credibile il piano ‘salva Caracciolo’ è necessario da un lato formare immediatamente il personale del 118 e dall’altro garantire la presenza di un rianimatore. Altrimenti – ha concluso – una certa pericolosità resta».

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