Dirigente superiore di polizia dall’estate del 2014, originario della provincia di Cosenza, 55 anni, sposato con due figli, Vincenzo Vuono è al suo primo incarico operativo da questore. Ma nei trent’anni trascorsi al servizio della polizia di Stato ha maturato esperienze importanti. Come ad esempio sul fronte della lotta alla ‘Ndrangheta sull’Aspromonte, o a Forlì, dove alla fine degli anni ’80 ci fu l’ultimo omicidio delle Brigate rosse, quello ai danni di Roberto Ruffilli, dirigente della Democrazia cristiana. Gli ultimi 20 anni li ha trascorsi a Roma, assumendo molti incarichi di responsabilità. L’ultimo al Vaticano, dove tra l’altro ha diretto i servizi di sicurezza in occasione del conclave che ha portato all’elezione di Papa Francesco. Prevenzione e maggiori controlli sul territorio sono gli obiettivi primari che intende raggiungere nella sua esperienza a Isernia. Una realtà questa, che lo sta facendo sentire come a casa, perché è «una terra che mi ricorda molto le mie origini», ha detto ancora durante l’incontro con la stampa. Rispondendo alle domande dei cronisti, Vuono ha parlato anche della possibile chiusura della Prefettura e il conseguente ridimensionamento della Questura. In realtà – ha assicurato – per quanto riguarda la polizia a Isernia non cambierà nulla.