Il giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura sulla morte del piccolo Giulio Rossi, il bimbo di Campobasso deceduto il 9 settembre 2013 per complicanze generate dall’occlusione delle vie respiratorie dopo aver mangiato una polpetta nel ristorante dell’Ikea di Bari.
“Il provvedimento del GIP barese – spiegano gli avvocati Mario e Carlo Pietrunti, legali della famiglia del piccolo – poggia su attenti profili tecnici e giuridici, in linea con la proposta opposizione, avverso una sin troppo frettolosa richiesta di archiviazione”. Due le persone iscritte nel registro degli indagati: la responsabile dell’Ikea ed il medico del 118 intervenuto nell’immediatezza dell’incidente.
I legali parlano di “confusione e superficialità generate, certamente, dal susseguirsi nella direzione delle indagini, in soli sette mesi, di ben quattro pubblici ministeri”. Secondo gli avvocati “esistono accadimenti che avrebbero potuto e dovuto essere impediti ed evitati con il solo utilizzo di una adeguata diligenza e del rispetto delle norme di protezione e di garanzia poste dal nostro Ordinamento. Nell’atto di opposizione si è posto l’accento su alcune macroscopiche omissioni e colpevoli mancanze. Non si è mai compreso – spiegano i legali – come gli investigatori non abbiano ritenuto di considerare l’importanza di così gravi e pesanti trascuratezze quali una tempestiva allerta dei soccorsi medici, una adeguata preparazione del personale IKEA pure addetto al primo soccorso, una corretta tenuta della cassetta di primo intervento, la messa a disposizione dei defibrillatori, il pronto utilizzo degli stessi, una precisa attribuzione di codice di triage del 118, un fedele funzionamento e rispetto del protocollo di intervento, l’immediato trasporto del piccolo all’Ospedale pediatrico Giovanni XXIII (tra i più noti ed attrezzati di tutta la Puglia), posto a soli 700 metri dal grande magazzino svedese”.