Quel maledetto 6 dicembre del 1907 non fu semplicemente il più grande disastro minerario nella storia degli Stati Uniti, ma è anche e soprattutto una delle più gravi tragedie che hanno segnato la storia dell’emigrazione italiana e in particolare quella molisana. Nella miniera di carbone di Monongah persero la vita decine nostri corregionali: una novantina secondo le stime ufficiali, ma probabilmente ne furono molti di più. Erano partiti da Duronia, Frosolone, Torella del Sannio, Fossalto, Bagnoli del Trigno, Pietracatella, Vastogirardi e Campobasso, in cerca di un lavoro che la loro terra non ha aveva saputo dargli. Non trovarono niente di meglio che lavorare in quella miniera del West Virginia, senza pensare ai turni massacranti o ai pericoli che correvano: per loro l’unica cosa che contava era quella di portare qualche soldo a casa, o comunque mandare un minimo di aiuto alle famiglie rimaste in Italia. Per anni questa triste pagina di storia è rimasta sepolta sotto un velo di vergogna, ma negli ultimi anni il Molise ha deciso di dare il giusto risalto a quegli eroi silenziosi dell’emigrazione, organizzando una serie di eventi in ricordo della tragedia. Il clou nel 2007 – in occasione del centenario – quando una delegazione della regione e dei comuni colpiti dalla sciagura raggiunse Monongah, dove in ricordo delle vittime fu lasciata una campana fusa nella fonderia Marinelli di Agnone. Il dovere del ricordo è stato sottolineato anche dal presidente del consiglio regionale Vincenzo Niro: “Un dolore che riaffiora – ha detto – ogni volta che si ripropongono sciagure legate alla sicurezza sul lavoro e al triste fenomeno dell’emigrazione che ci vede nuovamente coinvolti. Il dramma di Monongah deve farci riflettere – ha conlcuso Niro – e impegnarci a raggiungere una volta per tutte il traguardo della sicurezza nei luoghi di lavoro”
Il Molise ricorda le vittime della tragedia mineraria di Monongah
