Una chiesa che rappresenta uno scrigno di arte, custode di beni storici e artistici tra i più preziosi che può vantare il Molise. Dopo il terremoto è stata utilizzata per tutte le funzioni religiose fino alla chiusura, nel 2006, necessaria per consentire i necessari lavori di ristrutturazione e di restauro. La chiesa di Sant’Alfonso de Liguori di Colletorto è conosciuta anche per il monastero che per tanti anni ospitò un educandato al quale sono legate tante generazioni. Suggestiva la cerimonia di riapertura con la messa celebrata del vescovo, Gianfranco De Luca alla presenza delle autorità civili e militari. Il parroco, don Mario Colavita, ha evidenziato il senso dell’evento. Il consolidamento della Chiesa di Sant’Alfonso è stato finanziato con i fondi del post-sisma per circa 600mila euro mentre il Distretto 2090 del Rotary ha curato il restauro dell’organo settecentesco. L’associazione si è interessata anche del nuovo organo della chiesa madre e del recupero degli affreschi della chiesa appena riaperta. E’ stato il maestro Guido Messore a suonare l’organo a canne con un concerto tenuto al termine della messa.La chiesa di Sant’Alfonso ha una lunga storia. «La chiesa antica – spiega don Mario Colavita – faceva parte integrale di un piccolo convento di carmelitano, soppresso con la bolla di Innocenzo X (1644-1655); in seguito la chiesa venne annessa alla locale arcipretura ed il convento divenne ospizio per i pellegrini. Nel 1729 il marchese Bartolomeo Rota chiese ed ottenne dal vescovo di Larino Mons. Andrea Tria l’edificio, un tempo monastero, per ristrutturarlo al fine di poter ospitare quarantadue religiosi, francescani riformati della provincia di S.Angelo. Nel 1741 il marchese Rota dotò la chiesa di opere d’arte e meravigliose suppellettili. Fece costruire un altare in marmo policromo (di scuola napoletana), il coro ligneo (intarsiato con scene dell’Antico Testamento), l’organo del maestro Francesco d’Onofrio e aiutato dal popolo dotò la chiesa di 14 quadri della via crucis opera del pittore di Ripabottoni Paolo Gamba.
I padri francescani abitarono la chiesa fino al 1810, anno in cui la congregazione fu soppressa e il convento passò al demanio che lo assegnò alla mensa vescovile di Larino.
Nel 1822 il vescovo santo di Larino Mons. Raffaele Lupoli affidò la chiesa e monastero alle monache liguorine fondate da S.Alfonso M. de Liguori nella metà del ‘700. Da questa data la chiesa cambiò nome in chiesa di S.Alfonso Maria de Liguori (1696-1787) in onore del vescovo napoletano che tanto si prodigò per le missioni e l’aiuto ai poveri.
In seguito la chiesa e monastero furono elevati a regio educandato e la sua amministrazione fu affidata ad una commissione di nomina reale. Tra alterne vicende il monastero divenne un istituto di educazione per le ragazze. Le suore immacolatine nel 1959 fondarono l’istituto magistrale, che ebbe il completo riconoscimento nel 1965. L’Istituto ebbe un rapido sviluppo, fu florido e produttivo, frequentato da fanciulle provenienti da tutto il territorio regionale. Divenne in pochi anni vanto e lustro per l’intera comunità di Colletorto.L’ORGANO SETTECENTESCO«Lo strumento, originale – spiega la musicista di Colletorto e past president del Rotary Club di Campobasso Mimma Leonora Bollella – è documento di un periodo storico importante per l’arte organaria molisana.
E’ infatti opera di Francesco D’Onofrio di Caccavone (oggi Poggio Sannita), che lo costruì insieme al figlio nel 1762. Muto ormai da molti anni, e per le ingiurie del tempo e per lesioni prodotte dagli ultimi eventi sismici, tornerà a suonare grazie all’iniziativa del Rotary International-2090° Distretto Italia, che ne ha sponsorizzato il restauro. La proposta, presentata subito dopo i tragici eventi, fu accolta favorevolmente perché di interesse sociale e di alto valore culturale, dopo accurata valutazione e sopralluoghi da parte di una commissione tecnica di Rotariani del nostro Distretto (Abruzzo, Marche, Molise, Umbria ed Albania- quest’ultima oggi distaccatasi) che verificarono fattibilità e, in prospettiva, sostenibilità del progetto. Questo il modus operandi dello stile rotariano. Così, ultimati i lavori di ristrutturazione della Chiesa, si è potuto procedere al rimontaggio di tutto il complesso strumentale. Un lungo lavoro, compiuto dalla Ditta Pedrini- Cremona Organi e personalmente, in loco, dal responsabile Maestro Marco Fracassi, che ha operato con grande attenzione e rispetto del manufatto. Il progetto – continua Mimma Bollella – prevedeva anche il restauro degli affreschi (firmati tra gli altri da Plaudo Flascis), e la disinfestazione di tutte le opere lignee nella Chiesa. Il concerto inaugurale dell’organo restaurato è stati tenuto dal maestro Guido Messore, organista, compositore e direttore di coro di chiara fama. E’stato Ispettore Onorario del Ministero dei Beni Culturali per la tutela e il restauro degli organi storici del Molise.
Al termine della messa, l’inaugurazione del prestigioso organo a canne di Francesco d’Onofrio (1762). È stato il maestro Guido Messore a suonare per la prima volta l’organo nella chiesa di S.Alfonso. Un’emozione unica per le generazioni di ieri, di oggi e di domani.
Restano gli auspici peril Monastero, l’ex educandato in passato punto di riferimento per l’intera regione. Servono altri fondi per completare il recupero di una struttura dove si sono formate tante generazioni.