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mercoledì, Settembre 24, 2025

Sanità, il personale dell’ASREM denuncia l’anarchia negli ospedali molisani

RegioneSanità, il personale dell'ASREM denuncia l'anarchia negli ospedali molisani

Ai giorni d’oggi, non passano per nulla inosservati i titoli riportati in prima pagina dai vari quotidiani locali e molte sono le emittenti televisive che non hanno tralasciato ne omesso le questioni lavorative che risaltano all’occhio e all’orecchio attento dell’opinione pubblica su quanto sta accadendo nella sanità locale. Per ovvi motivi di sintesi riportiamo solo alcuni titoli come “Ospedale, in arrivo una valanga di vertenze contro l’Asrem” ed ancora “Precari contro Asrem, oggi la sentenza del Tar Molise”oppure    “NON SIAMO DI SERIE B”, VIA AL RICORSO DEGLI AUSILIARI ASREM e proprio di questi ultimi vogliamo parlare. Gli ausiliari specializzati dei vari nosocomi locali, come noto, già da qualche tempo si sono rivolti al giudice di lavoro, nell’ultimo ed estremo tentativo, pur veder salvati quei contratti anomali, nutrendo la speranza di poter portare a casa, ancora per qualche mese quel che per diritto è sancito nella Carta Costituzionale della Nostra Repubblica… non stiamo parlando soltanto del diritto al lavoro, sarebbe troppo di questi tempi, ma almeno del tanto agognato  “pezzo di pane” da portare a casa propri figli!

Pochi però si sono chiesti che tipologia di lavoro stanno cercando disperatamente, (questi disperati) di salvare e soprattutto quali possano essere le condizioni psicologiche, etiche e sociali, che quotidianamente li vedono proiettati nella mortificazione e nel totale abbattimento etico della dignità umana.

L’ausiliario specializzato, per comprenderci meglio, quello che un tempo veniva e è chiamato tutt’oggi in maniera volgare e dispregiativa “portantino”, viene continuamente vessato e disprezzato in molti dei reparti degli ospedali regionali da medici, infermieri e personale vario per il solo fatto di ricoprire quell’incarico. Tra queste figure, non mancano però persone plurilaureate, che vantano il più delle volte una cultura ed una organizzazione lavorativa talmente efficiente da indispettire lo stridente sistema sanitario estremamente disorganizzato, lavativo e palesemente gerarchizzato, che nulla può dare al cittadino comune che ovviamente spera di trovare conforto nell’ambiente ospedaliero.

Stiamo parlando di figure professionali, che per i casi fortuiti della vita e per il difficile momento storico che ha messo in ginocchio la nostra cara Repubblica, hanno accettato di lavorare in ogni condizione, in ambienti che per natura dovrebbero salvaguardare la salute di chiunque mettendo invece a repentaglio proprio quella dei suoi lavoratori!

Ma andiamo al sodo! L’ex portantino, figura necessaria ed indispensabile, come d’altronde lo sono tutte in un ospedale, riceve sempre un trattamento discriminatorio ovunque vada… e non stiamo parlando soltanto di diritti basilari di ogni lavoratore, come le ferie, i giorni di malattia, i permessi per motivi familiari, che per contratto dovrebbero essere garantiti a chiunque e che per prassi vengono invece infallibilmente vengono violati, ma di un vero e costante stillicidio psicologico alla persona, in barba al rispetto dei diritti umani!

Da diverse testimonianze raccolte, appare chiaro che in maniera costante quasi tutti gli Ausiliari, sono costretti a subire sin dal primo giorno di lavoro, le continue vessazioni di chi avendo accumulato nel reparto amarezze e dissapori di anni distruttivi di lavoro, si scarica con la figura professionale ritenuta “più debole” che solitamente è il nuovo assunto. Se il giorno dell’assunzione, viene chiarito dalla Direzione Amministrativa dell’Asrem, che l’Ausiliario e subordinato solo ed esclusivamente al proprio Coordinatore di Reparto ( ex-caposala) ci si rende da subito conto che vige al contrario una anarchia assoluta che si configura in una sorta di tacito “nonnismo”. Ogni figura professionale, compresi i portantini di vecchia data, sembra divertirsi, infatti, a dispensare ordini (anche di carattere personale) al povero ausiliario nuovo assunto, che sbattuto solitamente ed in contemporanea tra più reparti, deve subire anche l’umiliazione completamente fallace, di non essere stato in grado di portare a compimento il proprio lavoro, solo perché quel giorno qualcuno ha ben pensato di sfogare le proprie frustrazioni personali sull’ultimo arrivato!  Il caso è più grave di quel che sembra, perché lo stato di Anarchia è talmente grave da permettere alle figure professionali assunte a Tempo determinato di agire indiscriminatamente ai danni del nuovo assunto. Ecco solo alcuni esempi:

–       Divise di colore verde e non di colore celeste, indossate in alcuni reparti (come in quello di ostetricia), da ausiliari anziani, che dovrebbero essere ad uso esclusivo del personale medico ed infermieristico, in modo da non creare confusione di ruoli nell’utente finale;

–       Reparti lasciati in disordine, con magazzini straboccanti di materiale non sistemato negli appositi scaffali e quindi non immediatamente fruibile, ai danni del povero nuovo assunto che di sicuro oltre al suo lavoro dovrà fare anche quello del collega “anziano”;

–       I lavoratori così detti anziani, molto spesso invece di lavorare, amano imboscarsi nei luoghi meno frequentati (come i corridoi delle cucine) per intrattenersi e attuare le tanto meritate sedute di “ossigenoterapia” fumando interi pacchetti di sigarette e socializzando meglio con i loro compagni di turno e se il languorino assale il loro delicato stomaco da infaticabili lavoratori, potete trovarli al CRAL comodamente seduti a sgranocchiare il loro panino durante le ore di lavoro! Tanto poi arriverà il novello!

–       La cosa più grave sta nel fatto che molti abbandonano il loro reparto un quarto d’ora prima per andarsi a cambiare e seppur sia arrivato il collega per dare il cambio, l’ausiliario anziano si trattiene in borghese nei reparti o in ospedale, timbrando  mezz’ora dopo, rispetto a quella che sarebbe dovuta essere l’uscita stabilita dalla turnazione, facendo risultare quindi, di aver lavorato fino a quel momento!

Qualche lettore si chiederà se a nessuno sia mai venuto in mente di denuciare una situazione così deplorevole! Detto fatto. È accaduto propria la scorsa settimana nel reparto di ostetricia, quando un’ausiliaria stanca di dover lavorare tanto ed al posto delle altre, ha scritto una lettera che comunicava la condizione lavorativa ormai troppo degenerata ai responsabili del suo reparto!

Il risultato? Dopo riunione del tutto inutile, nella quale sono stati decisi i punti salienti che tutti avrebbero dovuto rispettare, ovviamente lasciati da subito nel dimenticatoio, a prendere “a cuore” la causa è stata la persona che per professionalità poco centra con il lavoro di un ausiliario.

Sembra che un’incauta ostetrica, abbia aggredito verbalmente la povera ausiliari denunciante (ovviamente ultima arrivata), per il solo fatto di aver manifestato il coraggio di denunciare tutte le illegalità che da tempo perduravano nel reparto. Il problema? Avendo “dato fastidio” lavorativamente parlando, all’ausiliaria fidelizzata al proprio turno, l’ostetrica che tutto deve fare tranne che dispensare ordini ad un’ausiliaria o interessarsi del rapporto tra lei e le sue colleghe, la ha aggredita verbalmente, umiliandola fino al punto di  dichiarare che le sue colleghe ausiliarie di vecchia data,  sapevano fare meglio di lei il proprio lavoro e che non avrebbe dovuto mettersele contro!

Risultato? La povera e meritevole ausiliaria denunciante, colpevole per il solo fatto di aver portato alla luce solo e per loro fortuna, tra le quattro mura di ostetricia le troppe irregolarità, è stata colta da una tale tachicardia, da finire in pronto soccorso. Il medico intervenuto, per calmarla ha dovuto sedarla con del Valium e anche dopo una ventina di minuti dall’accaduto la malcapitata aveva ancora la pressione massima a 155! Ulteriore risultato? Due giorni di malattia, nessun problema risolto e tanto ma tanto disservizio per il paziente!

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