Ministro Grilli, la crisi sta finendo?
«Le nostre previsioni sono che a metà dell’anno prossimo inizierà la ripresa. L’abbiamo scritto anche nei documenti ufficiali».
La sensazione è che fra i partiti e nel Paese ci sia una gran voglia di chiudere la pagina del governo Monti e dei sacrifici. Lei che ne pensa?
«Su questo non esprimo giudizi. Le rispondo sui sacrifici: se anche l’emergenza fosse finita, e così non è, il nervosismo dei mercati verrebbe meno solo se ci fosse la certezza che chi governerà in futuro proseguirà sulla strada del rigore. Non mi pare che altrove in Europa, anche dove c’è stata di recente alternanza di governo, si siano decise strade diverse».
Significa che le tasse non scenderanno mai?
«Al contrario: il presupposto fondamentale per il calo delle tasse è la riduzione delle spese. E’ la regola del bilancio in pareggio, che ora è vincolo costituzionale».
Il ministro dell’Economia riceve fra un incontro con i Comuni, le lamentele delle Regioni sui tagli e le telefonate dalla Camera, dove si sta chiudendo l’iter della legge di Stabilità. Grilli siede nel piccolo tavolo in radica al centro del grande studio.
La legge di Stabilità che lei e il premier avevate impostato è stata riscritta dai partiti. Deluso?
«Da economista consideravo l’ipotesi meno Irpef più Iva preferibile. Quel che contava era affermare il principio che, tendendo ferma la barra del rigore, fosse possibile tagliare le tasse».
In Senato ci saranno solo ritocchi?
«Spero di sì, ma ci sono alcune questioni di cui stiamo discutendo, a partire dalla necessità di garantire più fondi ai malati di sclerosi laterale».