Il blitz è scattato questa mattina, all’alba.
Intorno alle 5 le ruspe ed i mezzi pesanti sono tornati davanti al cantiere di Campochiaro, per riprendere i lavori per la realizzazione dell’impianto d biomasse della Civitas.
I mezzi, scortati da una nutrita schiera di poliziotti, in tenuta antisommossa, sono dunque tornati al lavoro. Oltre ai poliziotti anche un gran numero di carabinieri. Insomma, un vero e proprio cordone della forze dell’ordine contro cui i pochissimi manifestanti che erano lì in presidio non hanno potuto fare nulla se non avvertire immediatamente il sindaco.
A nulla è servito l’incontro in prefettura che si era svolto ieri pomeriggio tra il prefetto Di Menna e una delegazione di cittadini. E a nulla è servito l’appello del sindaco di Campochiaro, Antonio Carlone che aveva tentato invano di dissuadere il proprietario della Civitas , Luca Di Domenico, a rinviare l’avvio dei lavori.
Ora la situazione rischia di degenerare. Sul posto stanno arrivando cittadini della zona, ma secondo le previsioni dello stesso sindaco, davanti al cantiere di Campochiaro starebbero radunandosi gli studenti , cittadini e rappresentanti delle associazioni ambientaliste delle regioni limitrofe.
Con il passare delle ore aumenta il numero dei manifestanti, mentre i lavori di escavazione stanno procedendo senza sosta. Sale la tensione. I sindaci invitano alla calma ma tra i manifestanti cresce l’indignazione per la decisione di far ripartire le ruspe.
Intanto nella tarda mattinata i sindaci del Matese hanno tenuto una conferenza stampa nella sede della Provincia nel corso della quale hanno annunciato la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica.
Intorno alle 16 si è conclusa la prima giornata di lavoro per gli operati impegnati nel cantiere. All’uscita, fischi e applausi ironici al loro indirizzo rivolti dai manifestanti che, nonostante la pioggia sono ancora lì. La battaglia si annuncia lunga e molto, molto difficile.