L’affondo alla segreteria regionale della deputata Laura Venittelli scopre definitivamente il nervo di un partito lacerato al proprio interno e portato allo sbando dall’accoppiata Frattura-Fanelli
«Trentadue componenti dell’assemblea hanno dichiarato di non aver partecipato ai lavori e di aver esplicitamente rifiutato di firmare il foglio di presenza allo scopo di rinviare l’approvazione dello Statuto in modo da consentire ai circoli di discutere il documento consegnato solo due giorni prima». E’ la denuncia, fatta con una nota, dall’onorevole Laura Venittelli, presidente del Pd molisano.
«Poiché la maggioranza assoluta non ha partecipato alla votazione, lo Statuto – specifica l’onorevole – non è stato approvato e pertanto le dichiarazioni rese dal segretario regionale Micaela Fanelli sono false. E così – ha aggiunto la rossa – mentre a livello nazionale il Pd si batte per le riforme, nel Molise si utilizza la formula del bavaglio e della mistificazione della verità».
Infine l’affondo di Laura Venittelli contro la segretaria: «Il Pd non ha bisogno di chi soffoca la democrazia interna, di chi nasconde le carte, di chi dichiara consapevolmente falsità. La segretaria ne tragga le conclusioni e si dimetta», è il perentorio messaggio di Venittelli e di tutta la minoranza, che forse è diventata maggioranza, diretto a Micaela Fanelli.
Tra l’altro, la presidentessa del Pd ha denunciato di non aver ancora ricevuto i verbali della contestata assemblea regionale, nonostante i disperati tentativi fatti per averli. Sulla questione è intervenuto anche l’assessore Massimiliano Scarabeo, da sempre acerrimo avversario della segretaria, accusata, a suo tempo, di aver vinto le primarie per effetto di una votazione, a suo dire, inquinata da personaggi politici estranei al Pd nonché da Rialzati Molise e dall’Italia dei Valori.
«Il malessere nel partito è molto più ampio di quanto si possa credere e le scelte imposte dall’alto non piacciono a nessuno – ha detto Scarabeo – neanche alla segretaria che si illude di portare avanti il cambiamento che, però, l’inquinamento della votazione non può giustificare».
Dunque volano gli stracci nel Pd e la festa di Ferrazzano si è trasformata in resa dei conti e nell’ennesima spaccatura, forse irreversibile del partito che, a dire il vero, esiste da quando Fanelli ha preso nelle sua mani, con il totale sostegno di Paolo Frattura, il timone di una nave che ormai fa acqua da tutte le parti.
Piove sul bagnato anche per Paolo Frattura già alle prese con decine di vertenze irrisolte, disoccupazione alle stelle, povertà dilagante, biomasse, ville misteriose e conflitti di vario genere.
Ma sulla triste vicenda del Pd fa rumore l’eclatante silenzio proprio di Paolo Frattura. Chissà perché!