All’incirca duecento persone stanno hanno manifestato davanti alla sede del Consiglio regionale contro l’installazione delle due centrali a biomasse di Campochiaro e San Polo Matese. Striscioni, bandiere, fischietti in bocca: è la protesta dei cittadini dell’area del Matese, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, i sindaci dei nove comuni che insistono sulla’rea interessate dai due impianti. E poi c’erano anche gli operatori della Formazione professionale. Pure loro protestano, ma per un motivo diverso: per il lavoro che stanno per perdere. Il presidente della Regione Frattura è assente per motivi di salute.
Il Consiglio regionale, convocato proprio per discutere la realizzazione delle due centrali a biomasse, è stato sospeso a lungo, per l’intera mattinata, per consentire alla maggioranza di decidere la linea da portare avanti in aula. Nel frattempo il presidente del Consiglio, Vincenzo Niro, riceveva i sindaci e il presidente della Provincia di Campobasso, De Matteis. Niro sapeva già cosa i primi cittadini avrebbero chiesto: la revoca delle autorizzazioni, già per altro concesse, che consentirebbero la realizzazione delle due centrali su un’area naturalistica tra le più belle d’Italia.
Solo nel tardo pomeriggio, dopo un lungo quanto articolato ed estenuante dibattito, l’aula ha trovato un accordo. Le mozioni di Iorio e Federico sono state ritirate dai rispettivi proponenti e ne è stata presentata una nuova, bipartisan, con la quale il Consiglio impegna il governatore Frattura a fare tutto ciò che è in suo potere per annullare le determine dirigenziali che avevano dato l’autorizzazione da parte della Regione alle due centrali.
Pericolo scampato? Chi può dirlo. Certo è che sarà difficile far cambiare idea alle società interessate alla realizzazione dei due impianti. Ma è altrettanto certo che i sindaci, gli ambientalisti e i cittadini dell’area del Matese manterranno alta la guardia per evitare i soliti blitz dell’ultimo momento. In Molise, ormai accada anche questo.