Tra le tante, troppe emergenze con le quali i molisani si trovano a do ver lottare c’è anche quella abitativa, diretta conseguenza della crisi.
Un dramma che quotidianamente vivono centinaia e centinaia di famiglie che non riescono più a pagare gli affitti delle case nelle quali vivono. Famiglie che non arrivano a fine mese e che rischiano di finire in mezzo alla strada. Non riescono a pagare gli affitti perché gli stipendi non sono più sufficienti a garantire una vita dignitosa o, peggio ancora, perché quegli stipendi non ci sono più a causa della perdita dei posti di lavoro.
Nella sola città di Campobasso sono centinaia gli sfratti a carico di inquilini morosi, che si tratti di inquilini dello Iacp o di quelli di abitazioni private, poco importa: il dramma ormai coinvolge indifferentemente famiglie indigenti e nuclei familiari che appartengono al ceto medio. Sull’emergenza abitativa ad oggi sono state spese tante parole ma di fatti se ne sono visti pochi.
L’unico atto concreto per il momento arriva dal Comune di Campobasso che sul proprio sito ha pubblicato la determina dirigenziale riferita al bando di concorso pubblico per l’assegnazione dei contributi integrativi per il pagamento dei canoni in locazione.
Nel bando vengono fissati i criteri per l’erogazione del contributo, tra cui il reddito imponibile del nucleo familiare.
Sul sito del Comune sono disponibili tutte le informazioni necessarie per accedere al contributo.
Ma nel frattempo sulla gravissima situazione legata all’aumento esponenziale degli sfratti, dalla Regione arriva la dura presa di posizione del consigliere Filippo Monaco che sollecita il presidente della Giunta Frattura ad intervenire con una moratoria.
«L’emergenza sfratti è una realtà che non è mai svanita – ha denunciato – E’ ora di mettere nero su bianco gli interventi che la Regione può adottare in favore dei cittadini che vivono in una grave situazione di emergenza abitativa», ha concluso Monaco.
Un appello a fare in fretta per evitare che il Molise si trasformi in una regione di senzatetto.