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venerdì, Settembre 26, 2025

Marcia indietro del governo sulla scuola: in Molise almeno 60 tra docenti e personale Ata con i requisiti per la pensione

AttualitàMarcia indietro del governo sulla scuola: in Molise almeno 60 tra docenti e personale Ata con i requisiti per la pensione

Nei giorni scorsi il governo si era impegnato a mettere fine alla vicenda dei lavoratori della scuola che non avevano potuto utilizzare i requisiti pensionistici (quota 96: la somma dell’età anagrafica con quella contributiva) prima della riforma Fornero, perché maturati al 31 agosto 2012 e non al dicembre 2011, in contrasto con l’art. 1 del DPR 351/98 che valuta il servizio in anni scolastici e non solari. Infatti, era stato dichiarato ammissibile l’emendamento al DL 90/14 diretto a consentire l’accesso a pensione, con decorrenza dal 1° settembre 2014, ai lavoratori del comparto scuola che hanno maturato i requisiti di accesso a pensione entro l’anno scolastico 2011/2012 secondo le regole previste prima dell’entrata in vigore della riforma Monti-Fornero.

Ieri, 4 agosto, c’è stata la repentina retromarcia. Un diritto acquisito, riconosciuto da numerose sentenze di tribunali è stato gettato all’aria. Il Governo ha deciso di stralciare, dal decreto legge sulla pubblica amministrazione, l’emendamento per risolvere la vicenda del personale della scuola di quota 96. Si tratta di un atto di palese ingiustizia. La copertura finanziaria era del tutto irrisoria e i benefici sarebbero stati ampiamente maggiori rispetto ai costi.

Sono prevalsi, ancora una volta, le logiche delle burocrazie ministeriali. A nulla è servito n pronunciamento politico quasi unitario che voleva porre rimedio ad una palese ingiustizia. Con il provvedimento approvato in Commissione al Senato si blocca la permanenza a scuola di docenti ed ATA che per effetto della devastante riforma Fornero non hanno potuto accedere alla pensione, al termine dell’anno scolastico 2011/2012, pur avendo maturato i requisiti. Si ritarda, anche di cinque – sei anni, il pensionamento di quelle persone. Così non si consentono, a livello nazionale, ulteriori 4 mila immissioni in ruolo. Anche da questi atti non si intravede alcun cambio di passo del governo sulla scuola pubblica e la vicenda di quota 96 conferma che l’unica logica rimane quella della drastica riduzione di spesa.

In Molise i lavoratori della scuola che hanno maturato il requisito della quota 96  sono circa  90. Almeno 60 avrebbero potuto andare in pensione, se fosse stato confermato l’emendamento in Commissione al Senato. Invece sono costretti a stare ancora per anni a scuola. Ciò avrebbe comportato, tra l’altro,  altre immissioni in ruolo oltre ai 230 posti già disponibili e vacanti, sui quali si possono assumere  i precari con contratti a tempo indeterminato.

La FLC CGIL Molise continua a chiedere un cambio di passo affinché si metta al centro degli interventi il  valore della scuola pubblica e si facciano investimenti adeguati nel settore per garantire agli studenti un tempo scuola adeguato, a partire dalla stabilizzazione del personale precario, dall’aumento delle risorse e degli organici.

 

Campobasso, 5 ago. 14

 

                                                                       Il segretario regionale

                                                                       Giuseppe La Fratta

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