Approvare la proposta di legge regionale avanzata dalla giunta, incentrata sulla programmazione sanitaria per il triennio 2013-2015, significherebbe dare il via libera alle decisioni già prese dal commissario, senza avere alcuna possibilità di modificarle. Ma sopratutto per la maggior parte dei molisani significherebbe dire addio ai servizi minimi di assistenza che almeno sulla carta la costituzione riconosce a ogni cittadino. Questo, in sintesi, l’appello che il comitato articolo 32 di Agnone rivolge ai consiglieri regionali molisani ancor prima che dalla commissione si passi all’aula consiliare di Palazzo Moffa. Prima che sia troppo tardi, forti di un parere legale, i promotori del comitato che lotta in difesa del Caracciolo hanno voluto invitarli a pensarci non una ma cento volte prima di dare il loro assenso a “un piano disastroso per tutti, non solo per l’alto Molise”. Al tempo stesso ricordano loro di prendere in seria considerazione il progetto degli ospedali di prossimità, elaborato dall’associazione dei medici ospedalieri (Anaao Assomed) con l’obiettivo di dare sostenere con efficacia le aree più svantaggiate. In caso di approvazione di questa proposta di legge – è il parere del comitato articolo 32 – le conseguenze le pagherebbe tutta la regione. E non si limiterebbe di certo al solo settore della sanità. “Anche a livello economico e sociale ci sarà un prezzo altissimo da pagare”, ha detto Franco Di Nucci, uno dei promotori del comitato agnonese.


 
 
 