Una notizia eclatante, confermata da più parti, ma come spesso accade non ne parla quasi nessuno.
La Protezione civile molisana non esiste più: mezzi non revisionati, attrezzature fuori uso, reti di monitoraggio ambientale inefficienti, sala operativa cancellata, personale e volontari dell’Agenzia allo sbando, ricostruzione post-terremoto completamente bloccata.
A distanza di oltre un anno dall’insediamento della strana coppia composta dal governatore Paolo Frattura e dal comunista Salvatore Ciocca, consigliere delegato, è questa la grave situazione in cui versa il sistema di protezione regionale.
A risentire oggi alcune interviste rilasciate allora da Frattura e da Ciocca si resta allibiti e senza parole. «Cambieremo tutto, modificheremo la legge per accelerare la ricostruzione, il nostro modello sarà basato sull’efficienza, sulla trasparenza e sulla tempestività degli interventi», dicevano in coro. In realtà invece hanno solo rimosso, forse illegittimamente, il direttore generale Giuseppe Giarrusso, hanno tentato di mandare a casa i 218 lavoratori precari che avevano superato un regolare concorso al fine di espletare le attività collegate alla ricostruzione per un periodo di tre anni e hanno assunto nuovo personale con il solito metodo clientelare.
Niente di più, alla faccia delle sbandierate promesse.
Intanto monta la protesta tra gli sfollati dei comuni del cratere che a distanza di dodici anni vivono nei villaggi provvisori e non si sa per quanto tempo dovranno ancora soffrire. Salvatore Ciocca invece, bontà sua, continua a promettere la ripresa immediata delle attività, la firma di nuovi Apq ed milioni di euro disponibili dei quali, però, non c’è traccia.
E non finisce qui, perché monta la protesta anche tra i cento precari dell’Agenzia regionale che da cinque mesi sono rimasti a casa senza lavoro, senza stipendio e forse senza futuro.
Intanto le autorità preposte alla sicurezza di papa Francesco in occasione della sua visita prevista per il 5 luglio hanno dovuto constatare, con preoccupazione, che la Protezione civile, per sua stessa ammissione, non è in grado di assicurare nessun supporto logistico poiché perfino il sistema di radiocomunicazione alternativo risulta essere completamente inutilizzabile.
Insomma non c’è che dire: la colonna mobile è diventata immobile e il modello Frattura-Ciocca in un solo anno è riuscito a distruggere un realtà che si era distinta nelle diverse emergenze anche in campo nazionale.




