di GIOVANNI MINICOZZI
La rabbia di Alfredo Faiella, allevatore della Gam, esplosa nei giorni scorsi nella sede del Consiglio regionale e diffusa da Telemolise ha smosso le acque stagnanti della rassegnazione e le coscienze delle persone più sensibili. Questa volta a prendere posizione sulla drammatica situazione produttiva e occupazionale del Molise è stato il segretario regionale dell’Unione sindacale di base Sergio Calce.
«La Giunta regionale pensa solo a distribuire incarichi e prebende attraverso le nomine e non fa niente per arginare una crisi che sta portando il Molise nel baratro – ha detto – Ad un anno dal suo insediamento sono aumentati i disoccupati, le società partecipate dalla Regione chiudono e non c’è uno straccio di piano per rilanciare l’occupazione». Da parte loro, invece, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno ritenuto di parte l’informazione data da Telemolise in occasione del primo maggio, festa del lavoro, ed hanno rigettato le accuse di immobilismo.
A dire il vero quella constatazione inserita nel commento sulla situazione economica viene mossa dalla stragrande maggioranza dei lavoratori in difficoltà e quindi non solo da Telemolise. Peraltro la situazione è sotto gli occhi di tutti e l’annunciato piano per il lavoro, sconosciuto ai più, appare come fumo negli occhi dei disperati.
I sindacalisti hanno quindi chiesto di rettificare la notizia accusando Telemolise di fare informazione di parte.
Per quanto ci riguarda, non c’è niente da rettificare: la nostra è stata una informazione corretta e rispondente alla realtà dei fatti. Il diritto di critica non ce lo può negare nessuno, neanche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. E’ vero, siamo stati di parte ma ci siamo schierati con quei molisani che vivono il dramma quotidiano della sopravvivenza. Molti altri invece preferiscono chiudere gli occhi e restare in silenzio.
