I pozzi petroliferi della Montedison sono dismessi ormai da decenni ma a Cercemaggiore, nei terreni sui quali sono state realizzate le vasche per l’accumulo ed il trattamento delle acque di estrazione, sono stati riscontrati livelli di radioattività superiore anche di dieci volte al valore di fondo. Le aree maggiormente interessate dal fenomeno sono quelle di contrada Capoiaccio.
La conferma è arrivata dai controlli eseguiti recentemente dai tecnici dell’Arpa Molise, inviati sul posto per verificare la fondatezza di quelle che fino a qualche tempo fa erano solo voci e timori che invece oggi hanno trovato riscontro nei dati.
Accertato dunque l’alto livello di radioattività, ora resta da capire se derivi dalle sostanze sversate per anni nelle vasche o da altre cause.
Ma intanto l’ufficio legale dell’Italia dei Valori ha presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Campobasso contro ignoti per inquinamento o disastro ambientale.
L’esposto è stato notificato al ministro dell’Ambiente ed all’assessore regionale competente affinché predispongano le opportune indagini che consentano di individuare con certezza il tipo di sostanze scaricate nei pozzi.
Una vicenda della quale si era già occupato, lo scorso anno Antonio Di Pietro che si era recato personalmente a Cercemaggiore dove aveva incontrato i cittadini, che già in passato avevano lanciato l’allarme sui rischi per la salute pubblica.
«Occorre capire se le morti e l’alta incidenza di tumori registrati in quella zona – aveva detto in quella occasione Di Pietro – sono correlate agli sversamenti effettuati senza controlli e contro il parere dell’allora amministrazione comunale».
Dopo anni di silenzi il caso è scoppiato.




