di FABRIZIO OCCHIONERO Il segnale d’allarme è partito da diverse regioni che faticano a comprendere la strategia che il Governo sta attuando per far fronte a una situazione che nei prossimi mesi, rischia di diventare ancora piu’ drammatica. Nuovi sbarchi
di profughi e la necessità di individuare altri spazi per ospitare migliaia di persone fuggiti dai paesi più poveri del mondo. Una disponibilità offerta dagli enti locali che ora però sono stati esclusi dai piani di trasferimento sul territorio e quindi nei Comuni. Le regioni, in sostanza, non vengono più coinvolte e l’assessore alle Politiche sociali, Michele Petraroia ha inviato una nota urgente al ministro dell’Interno, Angelino Alfano e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Secondo il vicepresidente della Giunta regionale deve ripristinarsi un confronto corretto tra le diverse amministrazioni centrali e locali, altrimenti su un tema di questa delicatezza si registreranno difficoltà e disagi difficilmente gestibili”. Petraroia, da un lato conferma la disponibilità della Regione ad accogliere 435 immigrati ma dall’altro denuncia “la violazione, da parte del ministero da quanto stabilito dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni-Anci dell’11 luglio 2013 che prevedeva una governance di sistema attraverso una sede nazionale permanente di confronto ed un tavolo territoriale di gestione dei flussi attivato presso la Prefettura del capoluogo di ogni Regione”. Nei giorni scorsi anche gli altri assessori alle Politiche sociali hanno evidenziato al ministro Poletti come non sia ammissibile che al di fuori di accordi e di alcun coinvolgimento si trasferiscano migranti nei Comuni senza avvertire le istituzioni regionali e locali. “Per queste ragioni – ha concluso Petraroia – il dirigente dell’assessorato alle Politiche sociali non ha partecipato alla riunione convocata dalla Prefettura di Isernia e non girata nemmeno per conoscenza al Prefetto di Campobasso che coordina il tavolo regionale istituzionale sui flussi degli immigrati”. Un percorso condiviso da riprendere in una Regione dove 18 Comuni hanno offerto la disponibilità a ospitare oltre quattrocento migranti e c’è un villaggio, quello costruito dopo il terremoto a San Giuliano di Puglia, che diventerà un centro di prima accoglienza.



