“L’Università degli Studi del Molise è un ateneo di eccellenza”. Lo ha dichiarato, in una conferenza stampa, il rettore Gianmaria Palmieri.
Il dato si riferisce alla qualità ed alla preparazione dei docenti: ben 60, infatti, hanno conseguito l’abilitazione scientifica nazionale. Ma allora perchè l’Università molisana non figura tra i cosiddetti ‘Atenei virtuosi’? L’elemento di difficoltà è rappresentato dal rapporto tra entrate ed uscite: le spese sostenute dall’Unimol per il personale docente ed amministrativo superano di gran lunga i fondi ministeriali destinati agli atenei e le tasse pagate dagli studenti.
E’ dunque necessario recuperare risorse e finanziamenti esterni. In questo senso appare indispensabile un aiuto da parte della Regione, che proprio in queste ore sta valutando una proposta di accordo strategico per rilanciare l’Università del Molise.
Si parla di circa un milione e mezzo di euro da destinare alla ricerca, alla formazione ed al diritto allo studio.
“Se tutto ciò non avverrà – ha annunciato Palmieri – saremo costretti ad aumentare le tasse agli studenti”. L’aumento è però riferito esclusivamente alle fasce di reddito più alte.
E sempre in un’ottica di risparmio sembra ormai inevitabile la riorganizzazioni delle sedi universitarie: la facoltà di Lettere e Beni culturali passerà da Isernia a Campobasso, così come la facoltà di Ingegneria sarà trasferita da Termoli al capoluogo. La città adriatica manterrà comunque una sede universitaria, ospitando facoltà ad indirizzo turistico. Anche la sede di Pesche sarà mantenuta ed accoglierà gli studenti di Scienze Politiche, che attualmente frequentano i corsi nella sede di via Mazzini ad Isernia.
Appare, dunque, segnato il destino della sede universitaria della città pentra: se entro il 15 aprile (data in cui si riunirà il Senato accademico per predisporre il manifesto dell’offerta formativa) nessuno garantirà il pagamento del canone di locazione alla curia di Isernia, i corsi di laurea saranno trasferiti a Campobasso.
M.D.U.
