Arroganti, bugiardi, mediocri ed incapaci. E’ impossibile definire con aggettivi diversi gli inquilini di palazzo Moffa, fatte le dovute eccezioni, che nella loro smisurata autostima del nulla, hanno tentato in tutti i modi di mascherare le reiterate illegalità perpetrate sull’articolo 7 e sul finanziamento ai Gruppi consiliari a danno dei molisani.
Beceri tornaconti personali quantificabili in circa 50mila euro all’anno procapite da aggiungere, ovviamente, ai lauti stipendi che incassano mensilmente.
Nel corso di questo anno, da loro dedicato a scrivere la pagina più nera della politica molisana, noi abbiamo raccontata puntualmente la verità con il duplice intento di informare correttamente i molisani e di bloccare sul nascere atti illegittimi che potevano infangare, come poi è accaduto, l’onorabilità e perfino la decenza della massima istituzione regionale. I mediocri, invece, pur di difendere le loro tasche, già stracolme di pubblico denaro, ci hanno accusato di tutto: informazione scorretta e non veritiera, gogna mediatica, metodo Boffo.
Ci hanno addirittura minacciato di querele e utilizzando, loro sì, il metodo Boffo, hanno tentato di infangare la reputazione cristallina di quei pochi giornalisti che raccontavano la verità . Per tentare di tapparci la bocca, poi, l’Ufficio di presidenza di palazzo Moffa approvò anche la famosa delibera bavaglio finalizzata, dissero, alla salvaguardia dell’immagine e del decoro dell’istituzione regionale.
Costoro, mentre consumavano simili atti indegni ed indecenti, utilizzavano i nani e le ballerine della stampa asservita per divulgare notizie false sui loro stipendi. «Abbiamo ridotto le indennità del 30%, siamo la Regione più virtuosa d’Italia, l’articolo 7 è legittimo», dicevano in coro.
Anche il presidente Paolo Frattura, in più occasioni, dichiarava che quanto deciso sui costi della politica era in perfetta sintonia con la legge.
Lo stesso Frattura intanto accusava Telemolise di fare una informazione scorretta subdola e perfino immorale.
Contemporaneamente il governatore cercava in tutti i modi, come cerca di fare ancora oggi, di far chiudere la nostra emittente.
Adesso la Corte dei Conti ha dichiarato illegittimo, chiedendone la restituzione, sia l’articolo 7, pari a 2.451 euro netti mensili e non rendicontabili, sia i 5 centesimi per abitante, ovvero 16mila euro all’anno procapite che erano stati moltiplicati per i 21 consiglieri in modo del tutto furbesco al solo fine di incrementare il finanziamento ai Gruppi.
Alla luce di questa decisione chiediamo al presidente Paolo Frattura: in questa vicenda, chi è stato subdolo, scorretto ed immorale, Telemolise o lei e buona parte dei consiglieri regionali?
Chi pagherà il danno erariale arrecato, che è pari complessivamente ad un milione di euro all’anno?
La Corte dei Conti ha già inviato la pratica alla Procura della magistratura contabile per avviare le conseguenti procedure ma noi pensiamo che l’argomento debba interessare anche la Procura della Repubblica per verificare l’esistenza di eventuali reali penali.
Pensiamo, infine, che per difendere davvero il decoro della Regione e soprattutto quello dei molisani, i responsabili degli imbrogli dovrebbero vergognarsi, chiedere scusa e andarsene a casa.




