A Campobasso sulla vicenda legata alla riscossione della Tares, è ancora pieno caos.
Il sindaco Di Bartolomeo ha annunciato l’apertura di una commissione di verifica per accertare le cause alla base degli errori riscontrati dai contribuenti sugli avvisi di pagamento.
L’assessore al Bilancio Toma si è recato all’ufficio Tributi per vedere qual è la situazione e per verificare, con i dipendenti, gli errori più frequenti che vengono riscontrati.
Al momento le cartelle recapitate sono circa 15mila e secondo le stime della struttura comunale gli avvisi errati rappresenterebbero solo l’1 per cento del totale.
Alcuni contribuenti hanno scoperto che gli errori su molti avvisi sarebbero sempre gli stessi e dunque è ipotizzabile che alla base di tutto possa esserci l’errata impostazione del metodo di calcolo. E dunque è ipotizzabile che il numero sia inevitabilmente destinato a salire.
La situazione, fanno sapere dal Comune, sembra essere sotto controllo, ma in realtà sono ancora tanti i contribuenti che si recano agli sportelli per chiedere chiarimenti agli impiegati. Vista la situazione di estrema confusione e difficoltà, l’amministrazione ha concesso circa due mesi di tempo per pagare le cartelle sulle quali sono stati riscontrati gli errori, mentre fa fede la scadenza dello scorso 31 gennaio per tutti gli avvisi corretti.
Una situazione che inevitabilmente ha scatenato la polemica, oltre che tra i contribuenti, anche tra le forze politiche. Dai banchi dell’opposizione il consigliere del Pd Battista ha lanciato accuse pesanti all’indirizzo della Giunta, soprattutto sulla decisione di introdurre la Tares, una tassa che, ha detto, tra qualche mese sparirà. Non solo: l’esponente del centrosinistra, proprio alla luce delle cartelle pazze in circolazione, ha anche invitato il Comune a fare chiarezza in fretta, per evitare che i contribuenti si rivolgano alla Commissione tributaria. Ed allora sì che sarebbero problemi.




