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sabato, Novembre 8, 2025

Progetto ‘Gran Manze’ della Granarolo, resta ancora aperta la partita in Basso Molise

AttualitàProgetto 'Gran Manze' della Granarolo, resta ancora aperta la partita in Basso Molise

di FABRIZIO OCCHIONERO Resta ancora aperta la partita del progetto Gran Manze, l’allevamento da 12mila capi di bestiame che il gruppo Granarolo vorrebbe realizzare in Basso Molise. All’indomani del ‘no’ espresso dal Consiglio comunale di Termoli e delle posizioni contrarie arrivate da altri Comuni, movimenti e cittadini, l’iniziativa sembrava ormai bocciata con tanto di nota in cui il senatore Roberto Ruta sosteneva che, dato l’esito del Consiglio, il progetto poteva essere archiviato.
Da parte della Granarolo non è però arrivata una comunicazione ufficiale di rinuncia. Lo stesso presidente, Gianpiero Calzolari si era dichiarato pronto a rispondere alle prescrizioni avanzate dalla Regione. “Possiamo spiegare tutto – aveva detto – tranne se ci chiedono la luna”.
Ad oggi – come osservato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Vittorino Facciolla – dalla Granarolo, che ha proposto l’investimento, non è arrivata ancora alcuna risposta rispetto alle criticità riscontrate dal nostro assessorato.
E in una nuova nota lo stesso senatore Ruta ha fatto presente che Granarolo non si è finora espressa anche sulla proposta del Presidente dell’Associazione Industriali del Molise, Mauro Natale, che ha avanzato l’ipotesi alternativa di dividere il progetto in 4 moduli da 3mila manzette ciascuno da collocare in 4 diverse aree della regione.

Secondo il senatore, inoltre, altre filiere dell’agroalimentare regionale come la Gam e lo Zuccherificio devono essere dichiarate di interesse strategico per il Governo nazionale ottenendo dallo stesso Governo un’attenzione straordinaria e tempestiva”.

Della vicenda Gran Manze si è discusso anche in un incontro organizzato a San Martino in Pensilis dal gruppo San Martino Libera con professionisti ed esperti del settore. Negativo, nella sostanza, il giudizio al progetto di massima.

Secondo il professore Federico Infascelli dell’Università di Napoli: “tale progetto risulta irricevibile per il territorio non solo le perplessità tecniche e ambientali sollevate ma soprattutto per due motivi meramente programmatici perchè – ha spiegato il docente – il progetto risulta fuori dalle direttive europee e nonostante si parli di filiera nella realtà sarebbe una singola produzione”.
Il dibattito, dunque, resta aperto in attesa delle mosse e dei chiarimenti della Granarolo.

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