E’ il momento di dimostrare che l’anima solidale del mondo del cinema esiste. Si tratta dell’attore e regista Francesco Nuti.
Sono note le vicende che in questi ultimi lustri hanno colpito uno dei rappresentanti più creativi e originali della produzione filmografica italiana. Purtroppo, spesso le anime dotate di estrosa genialità sono quelle più sensibili ai cambiamenti di rotta, quelle più vulnerabili ai colpi bassi di una fortuna che sa tradire, donna ondivaga che appoggia le sue membra là dove spira aria di consensi e successo. Dietro l’angolo un’altra signora, quella ancora più traditrice e che si chiama “depressione” attende al varco simili fragilità.
Il ragazzo pratese con la fossetta al mento, dagli occhi un po’ tristi e un po’ burloni, quello che ha saputo farci divertire con i suoi lavori dal gusto minimalista, giocati nell’atmosfera di una realtà “irreale”, nelle ombre di una chiara denuncia autobiografica, ora regala sorrisi un po’ mesti ed un cenno della mano. Nel 2006, un incidente domestico gli provoca un trauma cranico che lo vede in coma per un grave “ematoma cerebrale”, dal quale si salverà ma non in completo recupero. E’ una sedia a rotelle la sua compagna quotidiana e la parola inghiottita nell’ abbraccio del silenzio.



