L’Acem, l’associazione dei costruttori edili del Molise lancia l’ultimatum: il tempo è scaduto, le nostre imprese non possono più attendere. A luglio sono già partiti i primi licenziamenti ma presto saranno le aziende stesse a chiudere i battenti. L’allarme parte dalla conferenza stampa organizzata dai vertici dell’associazione per denunciare il mancato rispetto degli impegni assunti dalla Regione in relazione all’annunciata erogazione di 5 milioni di euro per la ricostruzione. Somma giudicata insufficiente ma che neppure quella è stata sbloccata. La situazione è drammatica, le imprese sono ormai sull’orlo del fallimento, l’intero comparto dell’edilizia è in ginocchio.
Una denuncia pesante, quella che i vertici dell’Acem hanno fatto. Hanno parlato di promesse non mantenute e di esiguità delle risorse a disposizione della ricostruzione. «I cinque milioni di euro promessi per gli interventi agli edifici di culto sono una goccia nel mare -ha dichiarato Di Niro – Abbiamo 344 interventi di classe ‘A’ per circa 64 milioni di euro». Gli edili hanno dichiarato di essere stati presi in giro dalla classe politica ed hanno annunciato la convocazione di una assemblea straordinaria dei soci per la prossima settimana per decidere il da farsi e le iniziative da intraprendere per sensibilizzare la classe politica e le istituzioni a trovare una soluzione alla gravissima situazione che si è venuta a determinare. A proposito di ricostruzione, l’Acem ha anche detto di non essere minimamente interessata a chi sia alla guida dell’Agenzia regionale di Protezione Civile. «A noi interessa che le imprese vengano pagate», ha ammonito il presidente che poi ha lanciato una proposta provocatoria: quella di legare il pagamento delle indennità dei politici, dei consiglieri regionali ai pagamenti effettuati alle imprese.



