Davanti al Gip del tribunale di Isernia, Roberta D’Onofrio, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i presunti autori della truffa delle auto vendute su internet. La scelta degli avvocati dei tre indagati è motivata dalla corposità degli atti prodotti dagli investigatori della Polizia stradale. Si parla di due faldoni voluminosi. Per analizzare tutto il contenuto ci vorrà del tempo. Ma è certo che i legali tra qualche giorno si rivolgeranno “al Riesame di Campobasso per chiedere la revoca della misura cautelare o, in subordine, per ottenere i permessi per andare al lavoro”, ha detto Francesco D’Orsi, uno degli avvocati di fiducia degli indagati. “A mio avviso il provvedimento dei domiciliari – ha detto ancora – è tardivo (poiché arrivato dopo otto mesi) e inefficace, perché reati del genere si possono commettere in ogni momento”. Per la truffa delle auto vendute on line sono finiti sotto inchiesta tre isernini, due uomini e una donna. Il reato ipotizzato è quello dell’associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Per gli investigatori della Stradale il capo della presunta organizzazione era il titolare di una rivendita di Castelpetroso, a cui gli uomini del dirigente Paolo Mancino avevano già apposto i sigilli a gennaio. L’uomo, di 50 anni, gestiva anche un sito di vendite su internet. Con lui collaboravano un altro rivenditore di auto di 40 anni e una donna di un anno più giovane. Il meccanismo era semplice: venivano proposte auto a prezzi molto vantaggiosi, poi si chiedeva un acconto di mille o duemila euro ai potenziali acquirenti. Ma l’auto richiesta non arrivava mai a destinazione. Finora la Polizia stradale ha raccolto oltre 90 denunce, presentate da persone residenti in diverse regioni italiane. In due anni la truffa avrebbe permesso di incassare oltre un milione di euro.
Isernia. Truffa auto vendute on line, interrogatorio di garanzia per i tre indagati
