Antonio Libero Bucci, presidente del comitato per l’aggregazione della provincia di Isernia all’Abruzzo, in una lettera aperta chiede pubblicamente a Castrataro le ragioni ed i destinatari della sua protesta:
“Sindaco Castrataro quale è la sua proposta politica?
L’arte di navigare su mari in tempesta pare essere la specialità di tanti politici nostrani, ma navigare non cambia di una virgola le condizioni che hanno determinato la tempesta.
Lo stato comatoso del nostro territorio è sotto gli occhi di tutti, siamo ultimi o tra gli ultimi in tutti gli indicatori economici nazionali, socialmente depressi, con una emigrazione di giovani devastante, ultimi nella dotazione infrastrutturale, strade progettate nel secolo scorso, ferrovie in rovina.
Sulla sanità sappiamo dove sono finiti i flussi finanziari, sappiamo chi ha guadagnato e chi ha perso, nessuna forza politica è esente, non ci sono verginelle.
Ora i nodi pare siano venuti al pettine e sempre più interessano e interesseranno la vita dei cittadini.
Ma, sindaco Castrataro, quali sono le cause profonde di quanto ci accade?
La protesta è giusta, ma vorremmo sapere contro cosa o contro chi lei protesta.
Vorremmo sapere da lei se è consapevole della inconsistenza dei numeri che ha questa regione, inconsistenza che non consente di avere una efficace programmazione, un sistema efficiente ed al passo con i tempi.
Vorremmo sapere da lei se è consapevole che la scarsezza dei numeri ha come effetto secondario il degrado della politica, la coltivazione dei minuscoli orticelli che determinano gli evidenti problemi di demografia e di democrazia che devastano il territorio.
Vorremmo sapere da lei se ritiene giusto il concetto che sia la gente a scegliere se morire di inedia o cambiare strada, tornando al punto in cui fu fatto l’errore, la presunzione di avere una regione inconsistente che avrebbe inesorabilmente portato gli effetti contro cui lei protesta. Vorremmo cioè sapere da lei se ritiene una giusta scelta quella di bloccare, come ha fatto il suo amico, Presidente della Provincia di Isernia Daniele Saia, che condivide con lei la tenda, una iniziativa democratica referensaria sottoscritta da 5200 cittadini. Piantare le tende non la esime dalle responsabilità politiche, non può con un colpo di teatro tirarsi fuori da ciò che anche lei determina o contribuisce a determinare. Vorremmo in sintesi sapere contro cosa o chi lei pianta le tende”.



