di Agostino Rocco*
I carabinieri del nucleo antisofisticazioni di Campobasso, come anticipato dalla stampa e dai diversi organi di informazione, hanno effettuato controlli su numerosi negozi di alimentari, fast food, ristoranti dell’alto Molise e caseifici.
È emerso un bilancio impressionante, disastroso, che mette in dubbio l’onestà di troppi operatori del settore.
Ma cosa mettiamo a tavola?
Secondo i verbali del Nas, molti cibi ampiamente scaduti, latticini fatti con latte estero imbottito di antibiotici, carni e pesci conservati male, tra un igiene molto zoppicante, locali inidonei e buone regole ignorate. Un noto caseificio è stato addirittura chiuso seduta stante. Se i NAS sequestrano 49 quintali di alimenti, valore 350mila euro, e chiudono 4 attività in provincia di Isernia, vuole dire che a tavola rischiamo di finire intossicati, o peggio.

È stata disposta d’ufficio anche la chiusura immediata di un minimarket e due laboratori di produzione di conserve vegetali, per un valore commerciale complessivo di 2.140.000 euro, a causa delle gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali riscontrate.
Insomma, una situazione a dir poco allarmante, che mette a rischio la nostra salute. Eppure ci troviamo in una zona dove gli alimenti dovrebbero essere a chilometro zero, dove i pascoli offrono formaggi e latte pregiati, dove si macellano capi di bestiame allevati in loco.
Evidentemente non è così, si vendono mozzarelle con latte ungherese o polacco inidoneo, si usa caseina, tra frigoriferi maleodoranti e cucine ricoperte di grasso e fuliggine.
Poi si propongono pranzi e cene e piatti d’asporto, forse sperando di evitare i controlli.
Ma le strutture ad hoc dell’Asrem, che fanno?
* Giornalista, scrittore



