
La presentazione del Rendiconto Sociale INPS 2024 per la provincia di Campobasso, analizzato in un’ottica specifica di genere, ha messo in luce una persistente e preoccupante disparità che frena lo sviluppo socio-economico del territorio. Il documento presentato questa mattina a Campobasso, alla presenza del presidente nazionale del Consiglio di indirizzo e vigilanza INPS, Roberto Ghiselli, mostra numeri che confermano una forte disuguaglianza nel Paese: il tasso di occupazione femminile è del 52,5%, con un divario di 17,9 punti percentuali rispetto agli uomini. Le donne rappresentano appena il 42,3% delle nuove assunzioni e percepiscono stipendi medi inferiori del 20%. Per il Molise e la Provincia di Campobasso, la situazione è ancora più critica, con la più bassa presenza di donne nel mercato del lavoro, registrando un tasso di occupazione femminile nettamente inferiore alla media nazionale.
Nonostante il quadro del mercato del lavoro condizionato da diversi fattori: carriere più discontinue, retribuzioni più basse, difficoltà di conciliazione vita-lavoro accentuate dalle condizioni delle aree interne, il tessuto imprenditoriale femminile di Campobasso mostra una notevole vitalità. È stata Irene Tartaglia, Direttore di Confcommercio Molise e componente del Comitato provinciale INPS, nel corso dell’incontro ad evidenziare come l’imprenditoria femminile rappresenti una forza vitale per i micro e piccoli esercizi del territorio. I dati sono incoraggianti, sebbene la concentrazione delle imprese riguardi settori a ridotta marginalità: nella Provincia di Campobasso sono registrate 6.625 imprese femminili, contribuendo a un tasso di femminilizzazione del 27,2% in Molise, il più alto d’Italia.
“La parità di genere assume una valenza strategica: non è più un elemento accessorio dell’agenda ESG, ma un vero fattore competitivo per un territorio come il nostro – ha dichiarato Tartaglia – tuttavia il vero obiettivo, non è soltanto aumentare il numero delle imprese guidate da donne, ma rafforzare la struttura, lavorando sulla formazione manageriale, upskilling digitale, strumenti di welfare aziendale, certificazione della parità di genere e accesso al credito”.
La Direttrice ha rimarcato, infatti, che il divario si estende anche all’accesso ai servizi finanziari: al Sud, 24 donne su 100 non possiedono un conto corrente, contro una media nazionale già preoccupante.
Il Rendiconto Sociale INPS è definito uno “strumento di responsabilità pubblica” che aiuta a orientare le scelte strategiche. Per affrontare il divario, la Tartaglia ha indicato due pilastri fondamentali: “E’ necessaria una concorrenza leale, occorre garantire l’applicazione dei CCNL sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative per contrastare il dumping contrattuale che penalizza le lavoratrici, spesso più vulnerabili. Così come sono necessari strumenti di welfare aziendale come la flessibilità organizzativa, il supporto alla genitorialità e i servizi all’infanzia che sono vitali per la conciliazione vita-lavoro, soprattutto in un territorio con fragilità demografica”.
In conclusione, l’appello è rivolto a tutti gli attori sociali: “Siamo in una fase in cui gli strumenti ci sono, ma non sempre vengono utilizzati pienamente.
La sfida è trasformare il diritto formale in diritto sostanziale, intervenendo non solo sul mercato del lavoro, ma anche su quello educativo, culturale e sociale. La Strategia nazionale per la parità di genere 2021–2026 è un passo avanti fondamentale, ma va resa un piano strutturale, con il coinvolgimento di istituzioni, imprese, scuole, università e parti sociali. La parità di genere non è una battaglia femminile: è una leva di crescita per il territorio, è un investimento strategico, è un indicatore di maturità democratica del nostro Paese”.



