Riceviamo e pubblichiamo gli appunti di viaggio dello scrittore e docente Maurizio Palmieri in forma di poesia spiegata con note.
di Maurizio Palmieri*
La medievale
L’aquila polacca
con gli artigli spuntati (1)
come i colombi attaccati
dai gabbiani non più di risacca (2).
Sotto gli occhi
del papa bambino (3)
che venne dopo il tedesco (4)
della violenza l’affresco
della guerra il destino.
La città del pontefice (5)
artefice
della caduta del muro
università della finta bontà
il più medievale
patrimonio dell’umanità (6).
Poco più in là Auschwitz (7).
Speravo piovesse.
Speravo parlasse.
Speravo gridasse.
Speravo capitasse, qualcosa.
No, che dire?
Non son riuscito
nemmeno
a soffrire.
Nota 1. Cracovia, Polonia. Viaggio che comprende la visita al vicino campo di sterminio nazista. Polonia e Germania han-no come simbolo l’aquila. Quella tedesca è stata molto più rapace. La Germania è stata spesso più protagonista delle guerre che vittima.
Nota 2. La Polonia ha avuto una storia tormentata. Ha subito molte invasioni ed è sembrata spesso indifesa come le colombe rispetto ad altri uccelli. La metafora utilizza l’episodio del gennaio 2014 quando Papa Francesco liberò due bianche colombe, simbolo di pace, durante l’Angelus, e queste furono subito attaccate dai gabbiani. La presenza di questi ultimi non è più solo limitata alle zone costiere, dove si cibano di ciò che porta la risacca, ma sono attratti dai rifiuti delle aree urbane, come avviene nella capitale.
Nota 3. L’immagine del legame di Bergoglio ai bambini. Ha sempre invitato ad ascoltarli, come modello di innocenza.
Nota 4. Papa Benedetto.
Nota 5. Wojtyla, che lavorò per la caduta del muro. Avevo sempre esclusa una visita a Cracovia per una sorta di pregiudizio. L’avevo vista la città indissolubilmente identificata con il papa e ritenevo, acriticamente, che fosse luogo solo di chiese e università cattoliche.
Nota 6. Ho scoperto che Cracovia possiede una piazza medievale magnifica, la Piazza del mercato. Notevole il Palazzo dei tessuti (vedi foto). L’intero centro storico, sito Unesco, è conservato degnamente ed è molto suggestivo.
Nota 7. Solo silenzio. La vivacità è solo delle scolaresche israeliane. I ragazzi sono avvolti nella loro Stella di David. La mia speranza, e auspico quella di tutti, è di vederla sbandierare al più presto insieme a quella palestinese. Proprio nel momento di massimo odio per i crimini compiuti dal governo di Israele, ho voluto omaggiare le vittime dell’olocausto.
*Scrittore e docente
