“Nei giorni scorsi ci ha lasciato uno dei riferimenti storici della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza e della CGIL Molise, Pasquale Roccia”. Queste le Parole del Segretario della CGIL Paolo De Socio. “Una perdita incolmabile per quanti hanno avuto modo di operare insieme a lui nelle innumerevoli battaglie protese sempre alla difesa dei più deboli, per la conquista della dignità del lavoro soprattutto in ambito scolastico e per l’affermazione dei diritti sociali”. Con il maestro Roccia” – continua De Socio – ”va via un pezzo di storia sindacale molisana e un pezzo della sinistra Venafrana e Isernina. Pasquale, infatti, anche nei momenti più duri della dialettica politico/sindacale è stato un faro per le nuove generazioni di insegnanti e collaboratori scolastici non perdendo mai di vista l’appartenenza a quella storia di progressismo civile che sogna di realizzare una società più giusta e un mondo migliore e solidale”.
Sulla stessa linea il ricordo dei Segretari della FLC del Molise Pino La Fratta e Fabrizia D’Urbano che ne raccontano le doti umane “salutando un compagno, un amico, un porto sicuro. Pasquale Roccia ha dato tanto alla FLC prima, al Sindacato dei Pensionati poi, incarnando il vero spirito di militanza in CGIL. Sempre a disposizione di tutti, senza chiedere mai niente in cambio. Se c’è una persona che può rappresentare il senso di questa grande organizzazione questa è stata lui. Un vero Maestro di vita. Non lo dimenticheremo mai”.
Anche dallo SPI dell’Abruzzo e del Molise giungono le parole toccanti di Antonio Iovito e Maria Perrotta che “ esprimono vicinanza ai familiari e cordoglio profondo per la perdita di un compagno che ha saputo tessere rapporti umani e sindacali di alto valore e di nobile profilo restando per lungo tempo saldamente alla guida della Lega pensionati CGIL alto Molise e contribuendo alle attività di categoria e confederali regionali creando un gruppo di lavoro capace di dimostrare che non ci sono limiti di età per portare avanti grandi idee, buone pratiche e battaglie di civiltà”.
“A noi il compito” – concludono i vertici di Via Mosca – “ di portare avanti le le nobili idee e di praticare gli insegnamenti che abbiamo carpito dal suo esempio perché nessuno muore fin quando le sue idee continueranno a vivere”.



