Il Molise ha il tasso di mortalità per ictus più alto d’Italia: è quanto emerge dall’indagine sullo stato di attuazione delle Reti tempo-dipendenti, diffusa dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Ebbene, in regione si registra il tasso più elevato di mortalità a 30 giorni dal ricovero: 14,97% contro il 9,4% nazionale e oltre lo standard europeo del 10%.
Nel 2023, in Molise sono stati registrati 599 casi totali di ictus: 408 ischemici, 156 emorragici e 35 subaracnoidei. Solo il 5,53% dei pazienti colpiti da ictus ischemico ha ricevuto il trattamento di trombolisi, contro una media nazionale del 14,2% e un target europeo del 20%. Anche la mortalità in fase iperacuta, pur contenuta in Pronto soccorso (0,87% per l’ischemico e 2,67% per l’emorragico), aumenta nettamente nei 30 giorni successivi, segno di carenze nella presa in carico post-acuta e nella riabilitazione neurologica.
L’indice di governance delle reti ictus elaborato da Agenas assegna al Molise un valore di 0,74, tra i più bassi in Italia. Il documento segnala inoltre la mancanza di un sistema di monitoraggio strutturato, l’assenza di finanziamenti dedicati, la scarsa comunicazione pubblica su punti di accesso e PDTA e l’assenza di programmi di formazione continua per gli operatori di rete.
Agenas invita le regioni con maggiori criticità, tra cui il Molise, a investire su telemedicina (telestroke), neuroriabilitazione e percorsi clinici integrati per migliorare la tempestività dei trattamenti e la sopravvivenza dei pazienti.
Va tuttavia sottolineato che il report si riferisce tuttavia ai dati del 2023, precedenti quindi all’attivazione della nuova rete ictus regionale, che prevede l’hub al Cardarelli di Campobasso, gli spoke a Isernia e a Termoli e la collaborazione del Neuromed di Pozzilli. Un sistema integrato che punta a ridurre la mortalità, ad aumentare i trattamenti trombolitici e a garantire una presa in carico completa del paziente.