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martedì, Ottobre 14, 2025

Gigafactory di Termoli, Gravina (M5S): “Ennesimo rinvio da parte di Stellantis. Il Governo chieda chiarezza o si sposti il tavolo a Palazzo Chigi”

AttualitàGigafactory di Termoli, Gravina (M5S): “Ennesimo rinvio da parte di Stellantis. Il Governo chieda chiarezza o si sposti il tavolo a Palazzo Chigi”

«A distanza di quasi due anni dal blocco del progetto Gigafactory a Termoli, Stellantis continua a rinviare decisioni cruciali per il futuro industriale del nostro Paese. L’ultimo annuncio, con il nuovo piano industriale slittato dal marzo al giugno 2026, è l’ennesimo rinvio che accresce l’incertezza e mette in discussione la credibilità di chi dovrebbe garantire visione e tempi certi per lo sviluppo produttivo e occupazionale».

È quanto dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Roberto Gravina, commentando la decisione del gruppo Stellantis di posticipare ulteriormente la presentazione del piano industriale, motivandola con la necessità di valutare gli effetti dei dazi statunitensi e delle regole imposte dall’Unione europea.

«Siamo di fronte – prosegue Gravina – a un prolungamento delle responsabilità che si trascina nel tempo. Da giugno 2024 a giugno 2026 saranno trascorsi due anni interi senza che Stellantis, azionista di riferimento di ACC, la joint venture incaricata della Gigafactory, abbia fornito una linea chiara né un calendario credibile. Nel frattempo, lo stabilimento di Termoli ha conosciuto solo nuova cassa integrazione, chiusura di linee produttive e perdita di fiducia tra i lavoratori. Ancora una volta, saranno proprio i lavoratori a pagare l’incapacità altrui di leggere e governare i processi industriali del Paese».

Gravina aggiunge: «Stellantis, su ACC, deve essere chiara e di conseguenza deve esserlo sulla volontà di portare avanti il progetto Gigafactory. Proprio perché è un socio di peso in ACC, se davvero crede nel progetto deve trovare la quadra con gli altri partner e non giocare insieme a loro a un insano scaricabarile. Ogni ulteriore rinvio mina la fiducia nel progetto e alimenta l’idea di una mancanza di visione industriale condivisa».

Il consigliere del M5S sottolinea come questa situazione di stallo rappresenti un fallimento anche per l’azione del ministro Urso, «che continua a collezionare dati negativi sulla produzione industriale nazionale, senza mai incidere realmente su vertenze fondamentali come quella di Termoli».

«In questo scenario – aggiunge Gravina – risulta a dir poco impalpabile la posizione dei parlamentari molisani a Roma, tutti di centrodestra e tutti allineati e coperti nel mantenere un silenzio, su quanto accade settimana dopo settimana, che pesa e che tradisce la responsabilità di rappresentare un territorio oggi in piena emergenza industriale. Sarebbe auspicabile da parte loro, se non altro, un sussulto».

Gravina richiama l’attenzione sul prossimo tavolo di confronto del 20 ottobre tra i sindacati metalmeccanici e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy: «Sono mesi che proponiamo misure concrete a tutela del Made in Italy nel settore. Il Governo ora deve pretendere da Stellantis chiarezza e tempi certi sul progetto Gigafactory, come non ha mai fatto fino ad oggi. Se anche da questo incontro non emergeranno risultati concreti, sarà necessario – come chiediamo da tempo insieme alle organizzazioni sindacali – spostare il tavolo di crisi a Palazzo Chigi. Solo lì si potrà affrontare con la dovuta serietà una vertenza che non è più solo locale, ma nazionale ed europea».

Gravina ricorda infine che sul tema della Gigafactory il Movimento 5 Stelle ha portato avanti una battaglia coerente in ogni sede istituzionale:
«In Consiglio regionale abbiamo presentato una mozione specifica che ha trovato seguito anche in atti parlamentari in Italia e in Europa, grazie al lavoro dei nostri rappresentanti. Ultima in ordine di tempo – conclude Gravina – è stata la richiesta formale, presentata alla Camera da Chiara Appendino e altri parlamentari del M5S, di audire i vertici di ACC per ottenere finalmente risposte chiare sul futuro dell’investimento e sulla tutela dei lavoratori di Termoli».

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