Davanti all’obitorio del Cardarelli di Campobasso non c’è nessuno. Pochi minuti prima delle 9, la salma di Cosimo Ocone viene caricata sul furgone dell’agenzia di pompe funebri incaricata del trasferimento a Benevento. Ci sono solo i due addetti che, espletate le procedure burocratiche, partono alla volta della Campania. A disporre il trasferimento è stata la procura di Benevento. E’ lì che il pool di medici legali incaricati svolge l’autopsia sul ragazzo, così come già accaduto ieri per sua madre. Mamma e figlio entrambi uccisi da Salvatore Ocone nella strage familiare di Paupisi. I medici hanno l’incarico, tra l’altro, di accertare definitivamente se la pietra da 7 chili trovata dentro casa sia stato l’oggetto con il quale Ocone ha ucciso i suoi familiari, come del resto anche lui stesso ha riferito.
Intanto Mario, il figlio maggiorenne che si è salvato solo perché si trovava a Rimini per lavoro, ha nominato un legale che lo rappresenta nella vicenda giudiziaria. E’ Nicodemo Gentile, uno dei più noti penalisti italiani. Si è occupato in passato dei casi di Giulia Cecchettin, Melania Rea, Meredith Kercher e anche del delitto della molisana Irene Cristinzio.
“L’omicidio della mamma e del fratellino, il grave ferimento della sorella: è la più crudele delle sciagure – ha detto l’avvocato – . Mario e i suoi familiari hanno subito un’amputazione affettiva eterna, un dolore che non conosce tregua, maturato proprio lì dove ci si aspetta protezione e conforto: nella propria casa”. Il legale rivolge poi un plauso al sindaco del paese, all’amministrazione comunale e ai professionisti “che con grande sensibilità e senso del dovere, si sono stretti attorno a Mario e ai suoi cari non facendo mai mancare la propria presenza, la protezione e un supporto profondo”. “Abbiamo piena fiducia che una Procura seria, esperta e qualificata come quella di Benevento – conclude Gentile – saprà ricostruire con rigore e completezza la verità dei fatti e le dinamiche, anche psicologiche, che li hanno generati”.