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lunedì, Settembre 29, 2025

La Sanità molisana oltre la siepe

EditorialiLa Sanità molisana oltre la siepe

di Agostino Rocco*

“Oltre la siepe” per la Sanità Molisana c’è solo buio, sotto i colpi di dispositivi ministeriali che non considerano affatto la situazione particolare del Molise, regione interna, montuosa e scarsamente popolata. Ma il problema forse sottovalutato e ‘ anche un altro, e cioè la drammatica mancanza di medici. La verità che molti ignorano è infatti la scarsa attrattiva che il Molise esercita sui medici di altre regioni, ed anche sui molisani neolaureati e specializzandi. In effetti, costi a parte, come tenere aperto con uno standard accettabile il Caracciolo di Agnone, senza almeno dieci o quindici medici? Ma se questo vuole dire che i molisani possono morire col beneplacito del governo, non ci stiamo. Il Molise è Italia, e chi ci campa non può affidarsi solo alla benevolenza del destino o ai viaggi traumatici in ambulanza, verso ospedali lontani di altre regioni.

Agostino Rocco

Il commissariamento della Sanità, deciso per pareggiare i conti in rosso, è di fatto un paravento, per addossare al commissario ed ai subcommissari le pessime decisioni che, di fatto, nascono a Roma. Per salvare la situazione, basterebbe ricordare due principi fondamentali del nostro ordinamento, il diritto alla tutela della salute, valido da Como a Taranto e da Gorizia a Campobasso, e la parità di trattamento di tutti i cittadini davanti alla legge. Non solo quella penale, ma anche alle leggi in campo sociale e civile. E qui emerge la carenza di medici, la regione non li attrae. Chi partirebbe da Roma, Napoli o Firenze per venire a vivere a Campobasso, Termoli e Isernia, per 3000 euro al mese, paga base per un dirigente medico ad inizio carriera? Il Molise può andare bene per una vacanza, ma viverci è un’altra cosa. Nelle ultime settimane c’è un apparente interesse dei politici di vertice, da Lotito a Roberti, per difendere il diritto dei molisani alla salute, ma nel contempo si minacciano ulteriori, drammatici tagli. A partire dal Caracciolo di Agnone, che si vorrebbe ridurre ad ambulatorio della mutua, al Veneziale di Isernia, già ridotto a ospedale zonale, al San Timoteo di Termoli, che si depaupera giorno per giorno di medici e reparti come il nosocomio pentro, in nome di una assoluta necessità di risparmio. Senza entrare nel tecnicismo burocratico, diciamo che Roma, ed il governo di Centrodestra, devono dire senza ipocrisia se i molisani sono buoni soltanto ad eleggere qualche parlamentare della maggioranza, oppure se godono degli stessi diritti dei lombardi e degli emiliani. Perché vivere in Molise, oggi, è sopravvivere giorno per giorno, senza alcuna rete di protezione, trapezisti pronti allo schianto fatale.
Dunque, facciamo in modo che un medico si senza attratto e soddisfatto nel lavoro in un ospedale molisano, compito arduo ma non impossibile, con incentivi, agevolazioni e altro ancora. Altrimenti resteremo senza più ospedali, affidati a pochi sanitari anziani e infermieri volenterosi.
*Giornalista

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