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giovedì, Settembre 25, 2025

Gaza, Unimol in campo: “Gravi violazioni, subito cessate il fuoco”

CronacaGaza, Unimol in campo: "Gravi violazioni, subito cessate il fuoco"

L’Università degli Studi del Molise si unisce a quegli Atenei italiani e internazionali, a quelle rappresentanze della società civile e a quelle organizzazioni per i diritti umani che denunciano “le gravi violazioni perduranti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania ai danni della popolazione civile palestinese”. Ecco il testo della nota diffusa dall’ateneo:  “Le stesse norme internazionali che suscitano la nostra ferma condanna dei crimini commessi contro civili israeliani il 7 ottobre 2023 ci impongono di condannare altrettanto fermamente le incessanti violenze contro i civili palestinesi, titolari degli stessi diritti di protezione dalla violenza armata, di autodeterminazione, dignità e libertà.
Come istituzione guidata dai valori della legalità internazionale e della Costituzione repubblicana, riteniamo di dover prendere atto delle decisioni della Corte Internazionale di Giustizia sull’illegalità della presenza militare e civile israeliana nel territorio palestinese occupato e sugli obblighi israeliani di eseguire le misure cautelari ordinate per prevenire e reprimere le violazioni della Convenzione sul Genocidio ritenute plausibili, nonché dell’emissione da parte della Corte Penale Internazionale dei mandati di arresto per Benjamin Netanyahu, Yoav Gallant e Mohammed Deif per crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Risulta doveroso prendere consapevolezza che la sopravvivenza stessa della popolazione civile palestinese come gruppo nazionale è oggi di fronte a una minaccia concreta senza precedenti.
L’Ateneo richiama quindi l’assoluta necessità di un immediato cessate il fuoco, della liberazione di tutti gli ostaggi israeliani, dell’apertura dei valichi israeliani ed egiziani, della rimozione del blocco navale affinché sia possibile l’ingresso senza ostacoli degli aiuti umanitari.
Ribadendo la necessità di una soluzione politica fondata sulla piena uguaglianza dei e nei diritti del popolo palestinese e del popolo israeliano, l’Ateneo sottolinea l’urgenza di dare piena attuazione alle risoluzioni delle Nazioni Unite che riconoscono il diritto inalienabile all’autodeterminazione del popolo palestinese, la necessità di sanzionare chi si dichiara determinato a violarle e gli obblighi di non riconoscere come legali le conseguenze fattuali delle violazioni stesse.
Pertanto l’Ateneo, pur ribadendo il valore fondante della cooperazione scientifica e didattica come strumento di condivisione e dialogo tra i popoli, afferma con forza che la stessa cooperazione deve essere coerente con gli obblighi internazionali di non cooperare con o assistere le gravi violazioni enumerate. L’Ateneo, pertanto, esprimendo il proprio sostegno alla società civile israeliana mobilitata per il rispetto della legalità internazionale, continuerà a tutelare gli scambi studenteschi e le collaborazioni individuali con colleghe e colleghi israeliani, ma non stipulerà accordi di collaborazione e ricerca istituzionali che rischino di contribuire a tali violazioni”.

Milano, 29 ott. (askanews) – La guerra in Medio Oriente è nel suo 23esimo giorno, i negoziati per il rilascio degli ostaggi restano in corso, con il Qatar che continua a svolgere un ruolo abbastanza silenzioso ma centrale: esiste tuttavia un divario tra il numero degli ostaggi secondo Hamas e quello secondo Israele. Le forze di terra israeliane sono ormai all’interno di Gaza, mentre i palestinesi hanno sperimentato quello che hanno descritto come la notte di attacchi aerei più intensa da quando Israele ha iniziato la sua rappresaglia contro l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre.
L’esercito israeliano ha dichiarato questa mattina di aver colpito altri 450 obiettivi di Hamas nelle ultime 24 ore e di aver aumentato il numero delle forze di terra a Gaza. Ma mentre continua la furia dell’attacco israeliano, c’è paura, distruzione e fame.
COLLASSO DELL’ORDINE PUBBLICO
La situazione a Gaza dopo gli avvenuti saccheggi è secondo il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, “ogni ora più disperata” e questo è “totalmente inaccettabile” per il numero di civili uccisi e feriti nella guerra tra Israele e Hamas.
L’Onu ha messo in guardia dal collasso dell’ordine pubblico: in migliaia di persone hanno fatto irruzione nei campi umanitari nella Striscia di Gaza, dove vengono distribuiti gli aiuti umanitari. Il tutto nelle zone centrali e meridionali della Striscia: la farina di frumento e altri prodotti di base sono stati rubati dai magazzini e dai centri di distribuzione dell’Unrwa, che attraverso Thomas White ha fatto sapere: “Questo è un segnale preoccupante che l’ordine civile sta iniziando a crollare dopo tre settimane di guerra e uno stretto assedio a Gaza. Le persone sono spaventate, frustrate e disperate. Le tensioni e la paura sono aggravate dai tagli alle linee di comunicazione E Internet. Si sentono soli, tagliati fuori dalle loro famiglie a Gaza e dal resto del mondo”.
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha chiesto un immediato allentamento delle ostilità e la fornitura di aiuti umanitari. “È inaccettabile che i civili non abbiano un posto sicuro dove andare in mezzo ai massicci bombardamenti” ha detto la presidente Mirjana Spoljaric in una dichiarazione. Questo è un fallimento catastrofico che il mondo non deve tollerare”. Medici Senza Frontiere ha chiesto un cessate il fuoco immediato per prevenire ulteriori morti nella Striscia di Gaza e consentire l’arrivo delle forniture umanitarie di cui c’è disperatamente bisogno.
LE FAMIGLIE DEGLI OSTAGGI
L’operazione “ampliata” di Israele lascia le famiglie degli oltre 200 ostaggi portati a Gaza in un timore ancora maggiore per i loro cari. Un gruppo di pressione a favore delle famiglie ha parlato della “più terribile di tutte le notti” mentre le emozioni aumentavano con l’espansione delle operazioni di terra delle Forze di Difesa Israeliane (Idf). Ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che la guerra a Gaza “sarà lunga”. Ha detto che gli obiettivi di questa fase della guerra sono distruggere Hamas e restituire gli ostaggi presi il 7 ottobre. Netanyahu ha confermato di aver parlato con i familiari e ha detto di aver promesso loro che avrebbe esaurito tutte le opzioni per riportare a casa i loro cari. Tuttavia ha poi sollevato un forte polverone fino a ritrovarsi a scusarsi e cancellare il post per il quale l’ex capo di stato maggiore israeliano e leader di Unità nazionale Benny Gantz lo ha attaccato oggi su X chiedendo al primo ministro israeliano di ritirare la sua dichiarazione di ieri sera contro le agenzie di sicurezza e di smettere di occuparsi della questione.
NETANYAHU IN DIFFICOLTÀ
La polemica parte da ieri sera quando Netanyahu ha affermato di non aver ricevuto alcun avvertimento sulle intenzioni di Hamas di iniziare una guerra contro Israele, e ha incolpato le agenzie di sicurezza – in particolare nominando il capo dell’intelligence militare dell’IDF Aharon Haliva e il capo dello Shin Bet Ronen Bar – per il fallimento che ha portato all’attacco. A cascata le reazioni di diversi politici israeliani, compreso Lapid che ha criticato Netanyahu, affermando che il primo ministro “ha oltrepassato la linea rossa”. Il ministro della Sicurezza nazionale e leader di estrema destra Ben-Gvir afferma che “la politica di contenimento, la deterrenza immaginaria e l’acquisto di una pace temporanea a un prezzo esorbitante, sono i padri di tutti i peccati”. “Una mattinata tesa per Netanyahu che ha dovuto affrontare una raffica di critiche” ha commentato al Jazeera.
NUOVA FASE
Nel frattempo, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato in una dichiarazione che il suo paese è entrato “in una nuova fase della guerra”. Il funzionario ha detto che Israele “ha attaccato sopra e sotto terra. Abbiamo attaccato agenti terroristici a tutti i livelli, in tutti i luoghi. Le istruzioni alle nostre forze sono chiare: l’operazione continuerà fino a quando non verrà dato un nuovo ordine”.
Le forze israeliane “sono entrate nella Striscia di Gaza e hanno ampliato l’operazione di terra a cui prendono parte unità di fanteria, mezzi corazzati, del genio e artiglieria con fuoco pesante”, ha detto sabato mattina il portavoce dell’Idf, contrammiraglio Daniel Hagari. “Le forze sono sul campo e continuano i combattimenti”, ha aggiunto, senza fornire ulteriori dettagli.
Le parole di Hagari confermano che l’operazione militare ha subito una significativa espansione dopo quelli che aveva precedentemente descritto come due “raid mirati”, avvenuti mercoledì notte e giovedì notte. Entrambi i raid hanno visto le forze di terra ritirarsi dopo poche ore. Tuttavia, non sembra che sia ancora in corso una grande offensiva di terra mirata a conquistare e detenere porzioni significative del territorio. In un nuovo appello agli abitanti di Gaza a spostarsi a sud, l’Idf ha parlato di un’operazione “imminente”.
L’Idf ha annunciato che almeno 311 soldati israeliani sono stati uccisi dal 7 ottobre e 230 persone – civili e soldati – sono state rapite. Il bilancio totale delle vittime a Gaza è salito a 8.005 persone oggi, secondo una dichiarazione rilasciata dal ministero della sanità di Gaza. Tre palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane in Cisgiordania nella notte.
COSA SUCCEDE IN LIBANO LUNGO BLUE LINE
La forza di pace dell’Onu Unifil dice: “al momento non ci sono incendi vicino alle nostre basi”. Lo riferisce – contattato da askanews – Andrea Tenenti, il portavoce della base, dove sono stanziati oltre mille militari italiani. Tenenti precisa così fonti libanesi che parlavano di una serie di incendi divampati nella zona di Naqoura e di Ayta Shaab, che ci sono stati, ma nei giorni scorsi. Mentre gli scontri a fuoco continuano sporadicamente lungo la Linea Blu da tre settimane. Il portavoce conferma il ferimento di un ufficiale nepalese delle forze internazionali, riferito dall’agenzia di stampa nazionale libanese (Nna). La missione dell’Onu in Libano, Unifil, è composta da contingenti da 49 nazioni, con un totale di 10.500 militari, di cui circa 1.150 sono italiani.
(Di Cristina Giuliano)

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