Le Isole Tremiti erano strettamente legate a Larino per esserne state parte della sua diocesi sino al 1938.
Quel vincolo, però, che affonda le radici nei secoli passati, è ancora molto vivo. Lo dimostrano, tra l’altro, l’attestato di solidarietà emesso dal Sindaco delle Tremiti il 21 marzo 1987 per esortare la Santa Sede a riesaminare il problema relativo al ripristino dell’autonomia diocesana di Larino perduta il 30 settembre precedente, e la partecipazione delle Autorità tremitesi, con il gonfalone civico, alle solenni cerimonie del VII Centenario della inaugurazione, nella forma attuale, della monumentale cattedrale di Larino, svoltesi nella terza decade del mese di luglio 2019.
Tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento, tutti i Vescovi di Larino, superando le notevoli difficoltà dovute al collegamento, vollero recarsi alle Isole Tremiti almeno una volta per compiere la ‘Visita Pastorale’, frequente, invece, per gli altri comuni posti su terraferma.
Il 30 aprile 1892 il Presule frentano mons. Bernardino Di Milia (1891-1910) scrisse al Parroco delle Tremiti don Vincenzo Puchetti, rammaricandosi di non avere ancora potuto raggiungere le Isole. Interessò, per ottenere un aiuto, persino il Governo giusta la consuetudine dei suoi predecessori, dei quali l’ultimo visitatore fu mons. Pietro Bottazzi (1845-1858). Il 31 agosto dell’anno seguente lo stesso mons. Di Milia avanzò un’istanza al Ministro della Giustizia e del Culto, annunciandogli l’intenzione di compiere il viaggio in quell’ultimo lembo della diocesi di Larino. In quella occasione mons. Di Milia così si espresse: “…se come suole accadere nella presente stagione, dalle acque di Termoli […] dovesse salpare per Tremiti qualche piroscafo nazionale da guerra, sarebbe pel sottoscritto un segnalato favore […]; e ciò per evitare il lungo e penoso circolo terrestre da Larino a Bari, o da Larino ad Ancona […]”. Solo qualche settimana dopo, mons. Di Milia riuscì a compiere la tanto desiderata ‘Visita Pastorale’ alle Isole Tremiti.
L’immediato successore, mons. Emidio Trenta (1910-1914), accompagnato dal Convisitatore don Pasquale De Santis e dal Segretario don Luigi Pizzolongo, il 19 luglio 1913, da Manfredonia, a bordo della motonave “Brindisi”, raggiunse le Tremiti dove, alla banchina dell’Isola ‘San Nicola’, fu ricevuto dal Parroco, dal Direttore della Colonia penale e da altre Autorità civili e militari tremitesi. Oltre agli affari ordinari della ‘Visita Pastorale’, mons. Trenta istruì nel Catechismo fanciulli e adulti, concedendo i Sacramenti della Confessione, della Cresima e della Comunione. Il 27 dello stesso mese, impartì ai novelli comunicati una particolare benedizione assegnando loro il beneficio dell’Indulgenza plenaria. Il 30 seguente, rivolse un discorso speciale ai Coatti e nella notte, ossequiato dalle Autorità e dall’intera cittadinanza fino alla banchina del Porto, ripartì col suo seguito per fare ritorno a Larino.
Un’altra ‘Visita Pastorale’ fu compiuta, nel periodo compreso tra il 25 novembre e il 4 dicembre 1919, da mons. Antonio Lippolis (1915-1923). Il Presule, in quell’occasione, rilevò diversi illeciti di ordine edilizio compiuti, dall’Autorità locale, a danno della monumentale chiesa parrocchiale di Santa Maria a Mare. “Vi sono – ebbe a sottolineare mons. Lippolis – diverse servitù […], consistenti in una porta aperta sul campanile, in un finestrino in fondo alla stessa scala, in altra finestra aperta dinanzi al recinto dell’ingresso laterale, e in un muro abbattuto sul loggiato a sinistra […]. Il Direttore (della Colonia penale n. d. a.) ha promesso di togliere al più presto tutte queste servitù e noi abbiamo ingiunto al Parroco che, se non saranno eliminate […], ne scriverà a noi che ci faremo sollecito d’inviare le opportune proteste al Ministero […]”. Per ciò che riguarda la questione strettamente legata alla fede, Il Vescovo di Larino così si espresse: “Ci si stringe il cuore nel considerare la miserissima condizione spirituale di questo popolo che vive dimentico di Dio, non frequenta la chiesa, non ascolta la messa neppure il giorno festivo. Ordiniamo perciò al Parroco che usi ogni mezzo che la prudenza e la carità e lo zelo per la salute delle anime sapranno suggerirgli […]”.
Il 6 maggio 1928, anche dalle isole Tremiti arrivò la nota favorevole alla richiesta di elevazione della cattedrale di Larino al grado di “basilica” che, in parte, recita testualmente: “poiché la nostra Chiesa cattedrale […] ha tutti i requisiti […] (si aderisce) alla proposta di procurare che ne abbia il titolo e i relativi privilegi, supplicando in merito il Santo Padre Pio XI gloriosamente regnante […]”. Il prestigioso riconoscimento giunse solo poco più di due mesi dopo (13 luglio) con l’emissione dell’apposito Breve pontificio.
Il 16 agosto 1932, mons. Oddo Bernacchia (1924-1960), il primo dei tre Vescovi che le diocesi di Larino e di Termoli ebbero in comune anteriormente alla piena unione stabilita nel 1986, scrisse al Ministro dell’Interno e degli Affari di Culto al fine di ottenere un sussidio straordinario per far fronte alle spese occorrenti per la ‘Visita Pastorale’ in quelle Isole, insieme a “due Canonici Convisitatori oltre il conveniente seguito”, programmata per i primi quindici giorni del mese successivo. “Trattandosi -spiega mons. Bernacchia – di località molto distante, anche per raggiungere il posto d’imbarcazione, Ancona, ed avendo bisogno di trattenermi parecchi giorni […] per diverse circostanze, mi occorre una spesa abbastanza rilevante, che io non potrei sostenere […]. Sono Certo – conclude il Presule – che la S. Visita in quelle Isole riuscirà di grande vantaggio (anche) alla Colonia dei Coatti ed ai Confinati Politici […]”.
Agli albori del 1935 ebbe inizio, con la necessaria prudenza, la fase che culminerà, tre anni e mezzo dopo, attraverso l’emissione del decreto di separazione delle Isole Tremiti dalla diocesi di Larino.
Il 7 febbraio 1935, il Cardinale Raffaele Carlo Rossi, Segretario della Sacra Congregazione Concistoriale (l’attuale Congregazione per i Vescovi) indirizzò a mons. Bernacchia la seguente nota: “Questa S. Congregazione ha preso in esame la proposta fatta a voce da V. Ecc. Rev.ma di separare le Isole Tremiti dalla diocesi di Larino e unirle all’archidiocesi di Manfredonia. Tenuto presente che dette Isole, pur trovandosi molto più vicine a Larino che a Manfredonia, hanno più facili e dirette comunicazioni con questa seconda città, sembrerebbe opportuno, nell’interesse spirituale dei fedeli, che le medesime Isole fossero unite all’archidiocesi di Manfredonia, Tuttavia, prima di prendere una decisione al riguardo, prego V. Ecc. di interrogare codesto Capitolo di Larino e farmi conoscere il parere di esso”.
Solo qualche giorno dopo, il 16 febbraio, si riunì appositamente il Capitolo cattedrale frentano che, all’unanimità, emise il seguente giudizio: “si è d’accordo nel non dare parere favorevole, poiché oltre al malumore che ne sorgerebbe nella città e in tutta la diocesi per la sottrazione della parrocchia di Tremiti, illustre per arte e per ricordi storici, l’inconveniente della lontananza da Larino […] verrà a svanire tra breve, appena sarà ultimato il porto di Termoli, che già trovasi in avanzata costruzione”.
Il Cardinale Rossi, con nota del 18 agosto dell’anno seguente, chiese a mons. Bernacchia ulteriori chiarimenti in merito esprimendosi con questi termini: “prego V. Ecc. Rev.ma di dirmi a qual punto sieno i lavori cui alludeva il Capitolo cattedrale, e se possa sperarsi fra breve una comunicazione rapida e diretta fra Termoli e le Tremiti, poiché altrimenti questa S. Congregazione dovrà […] disporre qualche provvedimento immediato […]”.
L’attesa, per la soluzione del problema, durò ancora poco meno di due anni quando, il 4 giugno 1938, “per ragioni di opportunità”, la Sacra Congregazione Concistoriale emise il decreto di smembramento delle Isole dalla diocesi di Larino e della conseguente loro unione all’archidiocesi di Manfredonia. La prima parte del documento vaticano recita testualmente (traduzione dal latino):
“Essendo state rivolte alla Sede Apostolica preghiere perché le Isole Tremiti, situate nel Mare Adriatico, siano separate dalla Diocesi di Larino, a cui appartengono, e aggregate all’Archidiocesi di Manfredonia, il Santissimo Signor Nostro Papa Pio XI, considerata l’opportunità della cosa, ottenuto il voto favorevole degli Ordinari dell’una e dell’altra Diocesi, benignamente acconsentendo alle preghiere rivolte, con questo decreto Concistoriale separa le suddette Isole di Tremiti dalla Diocesi di Larino e l’aggrega all’Archidiocesi di Manfredonia in perpetuo sia nelle cose spirituali che materiali …”.
Fu così che s’interruppero quei legami che per secoli tennero strette le Isole Diomedee con la città frentana.
Giuseppe Mammarella
Direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Termoli-Larino