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mercoledì, Settembre 3, 2025

Clinic Città di Campobasso, Sara Madera al tavolo dei relatori. “Felice di esserci, le emozioni vissute in azzurro sono qualcosa di speciale”

SportClinic Città di Campobasso, Sara Madera al tavolo dei relatori. “Felice di esserci, le emozioni vissute in azzurro sono qualcosa di speciale”

Ci sarà anche Sara Madera, ala-pivot della nazionale italiana e della Magnolia Campobasso al quarto Clinic Città di Campobasso, in programma sabato mattina, organizzato dal Cus Molise con il patrocinio della Regione Molise e la collaborazione dell’Università degli Studi del Molise. La giocatrice livornese, fresca vincitrice della medaglia di bronzo agli Europei femminili in Grecia sarà tra i relatori della tavola rotonda dal titolo ‘Competizione e stato emotivo: gestire le proprie emozioni’. Emozioni che Madera ha provato sulla sua pelle vincendo in azzurro. “Ringrazio gli organizzatori per l’invito, sono felicissima di partecipare a questo incontro e di poter raccontare le emozioni che ho vissuto. Emozioni che quando si indossa la maglia azzurra sono speciali, si accende il fuoco dentro e si riempie il cuore di gioia. Le sensazioni vissute in Grecia sono state tante e di diversa natura: penso alla partita persa contro il Belgio e al trionfo contro la Francia due giorni dopo. Ci sono stati alti e bassi ma i ricordi sono indelebili e sono onorata di aver fatto parte di questo gruppo, felice di poter portare la mia testimonianza agli studenti e a tutti coloro che interverranno sabato. Ripensando a tutto quello che abbiamo fatto dico che è stata un’impresa straordinaria”.

Le emozioni, se incanalate sulla strada giusta possono essere nostre alleate. Sei d’accordo?

“Assolutamente d’accordo. Di questo si parla ancora troppo poco ma è uno degli aspetti più importanti. Le emozioni sono tante, prima, durante e dopo la gara. Quando si sta per scendere in campo c’è l’ansia e il pensiero di quello che si può portare alla squadra. Poi durante la partita l’ansia lascia spazio all’adrenalina. E’  necessaria tanta concentrazione perché la gara è il risultato degli allenamenti e bisogna cercare di fare tutto nel migliore dei modi per raccoglierne i frutti. Credo che dal momento in cui si allacciano le scarpe bisogna far conto di essere già in partita e le emozioni devono essere incanalate bene. La concentrazione è fondamentale, mentalmente bisogna simulare la gara e pensare a ciò che si può fare per essere utile alla squadra. Fatte le dovute proporzioni è  un po’ come quando si va a scuola e lo studente simula l’interrogazione prima di entrare in classe. Chiaramente nella pallacanestro il gioco è dinamico e non sempre quello che hai pensato può essere realizzato durante la partita. Conta però essere sempre sul pezzo”. 

Nella spedizione continentale è mancato un pizzico di fortuna per arrivare magari ad una medaglia più prestigiosa. 

“Se facciamo riferimento alla gara contro il Belgio è assolutamente così. Ma guardando al match giocato contro la Turchia dico che quella gara poteva anche finire in maniera diversa e probabilmente non avremmo parlato di medaglia. Quindi va benissimo così. Abbiamo scritto una pagina importante di storia e ne siamo felici”.

 

 

 

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