
“Il velo di Lucrezia” , l’ultimo libro della scrittrice Carla Maria Russo , edito da Neri Pozza, è la ricostruzione non solo storica, sempre presente nelle opere della Russo , per la sua capacità documentaristica , ma è soprattutto una ricerca nei meandri più segreti dell’animo umano nei quali ognuno di noi si orienta per continuare a vivere.
Firenze rinascimentale , appare nella sua grandezza , nella sua intricata bellezza e nella popolosità di personaggi appartenenti ai vari ceti sociali , con ruoli laici ed ecclesiastici.
Al centro della scena campeggia Filippo Lippi , famoso pittore della scuola di Masaccio, orfano e costretto , dopo la morte della zia Lapaccia , ad entrare nel convento dei Frati carmelitani , pur avendo un’indole libertina e dedita ai piaceri voluttuosi.
La sua evoluzione artistica, va di pari passo con la sua frenetica vita , fatta di tentazioni e sempre ben collegata alla passione per le donne e la vita in genere.
L’incontro con la “ bellezza perfetta” , come Lippi , già pittore famoso, più volte la definisce, identificata nella monaca ventenne Lucrezia Buti , incontrata nel monastero pratese di Santa Margherita , di cui diviene cappellano , è al centro della inquadratura narrativa e della veste squisitamente umana che l’autrice conferisce ai personaggi .
Da qui inizia un turbinio di eventi che portano alla fuga dal convento di entrambi e alla costruzione di un amore travolgente , al cui centro , rimane sempre per il famoso pittore, l’idea geniale di dipingere la figura eterea, la bellezza, la perfezione di Lucrezia , in quello che sarà poi “ La donna del dipinto” la Lippina , come lui la chiamerà.
Molto interessante è lo studio dell’uomo – artista , il Lippi, la sua complessa osservazione del mondo , dei particolari in una dimensione estatica in cui non c’è posto per la presenza umana e concreta , come quella di Lucrezia, quando lui raggiunge le fattezze del suo capolavoro , la famosa Madonna , di cui si innamora perdutamente.
Lo scavo psicologico dei personaggi , lo studio della natura umana nelle sue molteplici espressioni , la capacità di arrivare alla compenetrazione assoluta del lettore nelle dinamiche dei desideri , dei fallimenti , dell’anelito alla libertà , fanno di questo libro una avvincente pagina della storia umana ed universale.
L’autrice

Nata a Campobasso ma residente da molti anni a Milano, dove ha frequentato il liceo classico, e si è laureata in Lettere Moderne. È appassionata di ricerca storica e ha insegnato italiano e latino nel triennio del liceo.Per Piemme ha pubblicato La sposa normanna (2005), Il Cavaliere del Giglio (2008) , L’amante del Doge (2008), Lola nascerà a diciott’anni (2010), La regina irriverente (2012), La bastarda degli Sforza (2015) e I giorni dell’amore e della guerra (2016), questi ultimi dedicati alla figura di Caterina Sforza. Tra gli altri titoli Le nemiche (2017), con protagoniste Isabella d’Este e Lucrezia Borgia, L’acquaiola (2018), Cuore di donna (2022), Il velo di Lucrezia (Neri Pozza, 2025)
Marilena Ferrante

Nasce a Isernia, dove vive tuttora. Docente di Lettere presso la Scuola secondaria di primo grado “San Giovanni Bosco”, giornalista pubblicista e scrittrice.
Ha pubblicato quattro raccolte poetiche: “Quel che avrei potuto dirti” (2015), “Un passo dal cuore” (2016), entrambe per Volturnia Edizioni, “Gli occhi del silenzio“ (Bertoni Editore, 2021) e “Nuda memoria” (SetArt Edizioni, 2024). Ha scritto anche il romanzo “La neve di marzo” per L’Erudita di Giulio Perrone (2021).
Molti suoi scritti sono presenti in antologie letterarie quali “Vite che tremano” (Volturnia edizioni , 2016), “Cartoline dalla terra che forse esiste” (L’Erudita, 2018) e altre ancora.