Negli ultimi anni, la diffusione dei social network ha portato a un aumento esponenziale della condivisione di immagini e video, inclusi contenuti che ritraggono minori. Un fenomeno che solleva importanti interrogativi sul rispetto della privacy e sulla tutela dell’immagine dei bambini.
Una recente sentenza del Tribunale civile di Milano segna un punto di svolta: secondo i giudici, pubblicare le foto dei figli minorenni sui social media senza adeguate tutele può costituire reato.
Il caso nasce da una controversia tra due genitori, che si accusavano reciprocamente di condividere immagini dei figli sui social senza il consenso dell’altro. Il tribunale ha chiarito che, anche quando sono gli stessi genitori a scattare e pubblicare le fotografie, restano pienamente responsabili della tutela dell’immagine e della riservatezza del minore.
La decisione richiama quanto già previsto dalla normativa italiana: la pubblicazione non autorizzata di immagini può configurare il reato di trattamento illecito di dati personali, ai sensi della violazione della privacy e di altra normativa europea.
Si chiama anche Sharenting questo fenomeno diffuso di condividere online da parte di un genitore contenuti che riguardino i propri figli, la prassi non ha un retroterra culturale o giuridico ben delineato ma qualcosa si è mosso anche a livello internazionale.
La legislazione varia da paese a paese, ma in generale in Europa esiste il GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) a cui far riferimento, adottato dall’UE già dal 2018 proprio per rafforzare e unificare la protezione dei dati personali all’interno degli Stati membri attraverso una normativa vincolante. Tuttavia, l’attuazione pratica e l’applicazione delle sanzioni possono variare, con alcuni Stati membri che assicurano il rispetto rigoroso e costante e altri che hanno ricevuto critiche per non aver completamente attuato o per aver implementato in modo incompleto le disposizioni.
In conclusione, in Italia la sentenza del Tribunale civile di Milano ci dice che la condivisione di contenuti che ritraggono bambini non è vietata in modo assoluto ma deve avvenire nel rispetto della dignità, del decoro e della sicurezza del minore.
Una maggiore consapevolezza da parte dei genitori è perciò fondamentale per garantire la protezione dei diritti dei più piccoli anche nell’immenso spazio digitale.
Ioan Arghir