Il barometro segna tempesta sul Comune di Campobasso. Il marasma a mozzafiato generato dal Cantiere Civico di Pino Ruta che ha tolto il sostegno alla Sindaca Marialuisa Forte con le dimissioni in blocco degli assessori e quelle dei consiglieri dalle rispettive cariche istituzionali, sta producendo scossoni che attraversano tutti i partiti e tutte le coalizioni. Nel centrodestra si alternano posizioni di segno contrastante che vanno dall’appoggio incondizionato alla mozione di sfiducia proposta dal Cantiere civico alla prudenza istituzionale di chi in queste ore sta lavorando a soluzioni mediane. C’è poi chi, come l’ex candidato Sindaco del centrodestra, Aldo De Benedittis, ha proposto un appuntamento in blocco col notaio per rassegnare le dimissioni dell’intera coalizione. Proposta alla quale si è detto immediatamente d’accordo lo stesso Pino Ruta. Per mettere ordine a quello che sta assumendo le fattezze di un mercato del chiasso, arriva la proposta avanzata dal senatore Claudio Lotito, coordinatore regionale di Forza Italia. Convocare immediatamente un vertice del centrodestra per assumere una posizione comune rispetto alle alternative in campo. Si aggiunge, nell’orizzonte tempestoso del capoluogo di regione, la spada di Damocle del Tar Molise, adito a fronte di supposte irregolarità in occasione delle elezioni amministrative dello scorso anno. I giudici amministrativi, il prossimo luglio,potrebbero risolvere loro la questione decretando il tutti a casa per gli inquilini di Palazzo San Giorgio. Nelle opinioni dei più accaniti retroscenisti politici si assume che il gesto di Ruta e soci sia motivato anche da questo scenario: sfilarsi prima del tempo. Ma questo – ovviamente – fa parte del torneo di fantapolitica al quale stanno partecipando tutti. L’unica voce che ancora tace, è proprio quella della sindaca Forte che, comunque vadano le cose, è chiaro che resterebbe ostaggio di maggioranza ibride e traballanti che ne condizionerebbero quotidianamente l’attività amministrativa. Potrebbe essere anche lei a risolvere lei la questione rassegnando le dimissioni e chiudendo un’esperienza nata, indubbiamente, sulla sabbia. Anzi, sulle sabbie mobili.