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martedì, Luglio 1, 2025

C’era una volta una Regione

EditorialiC'era una volta una Regione

di Agostino Rocco*

C’era una volta il Molise, la vecchia provincia di Campobasso da Sesto Campano a Termoli. Una provincia lunga centotrenta chilometri con grandi diversità, dove la Democrazia Cristiana dosava con sapienza gli “onorevoli” sul territorio. La Penna e D’Aimmo a Termoli, Vecchiarelli e Sammartino ad Agnone, Di Lisa e Vitale a Campobasso. Sedati, il Sommo, a Riccia. E quando arrivavano i milioni per le infrastrutture, si applicava ancora il manuale Cancelli. L’allora presidente della Regione Giustino D’uva diceva: due parti a Campobasso e una a Isernia. Un assioma. Una legge assoluta. Quando Isernia ebbe la Provincia, Termoli ebbe la Fiat.

Agostino Rocco

Con le prime legislature regionali l’equilibrio continuò, fino alla caduta degli dei. Dopo Tangentopoli è venuto il caos, le regole interne sparirono, insieme alla Democrazia Cristiana. Oggi l’asse è tutta tra Campobasso e Termoli, e Isernia con l’alto Molise sono alla canna del gas. Il presidente Roberti pensa al suo fortino elettorale, il Governo centrale vuole chiudere l’ultimo ospedale altomolisano, il Veneziale, dopo quelli di Venafro e Agnone. Vivere nell’ Isernino, oggi, è a rischio. La politica è una lotta dove la provincia maggiore ha preso il sopravvento, anche perché mancano politici di peso. E c’è la netta sensazione che il Molise conti sempre meno a Roma. Siamo più piccoli di una città come Catania, e ne paghiamo le conseguenze. Mentre c’è un esodo continuo di giovani laureati, che vanno altrove per farsi un futuro. Menti brillanti costrette a fuggire una desertificazione demografica, culturale e politica ormai sempre più evidente.

*Giornalista

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