Riceviamo e pubblichiamo la nota dei segretari della Cgil Molise, Antonio Amantini e Sabrina Del Pozzo sulla proposta del nuovo Piano Sociale Regionale.
“La CGIL Molise e la FP CGIL Molise, in merito alla proposta del nuovo Piano Sociale Regionale che prevede il passaggio dagli attuali sette a tre ambiti territoriali sociali cancellando Agnone, Venafro, Riccia e Larino, ritiene necessario contribuire al dibattito delle ultime ore utile sperando anche a fornire alla cittadinanza elementi di riflessione sul tema che vede coinvolto spesso persone con fragilità e lavoratori e lavoratrici che di fatto lavorano per istituzioni pubbliche ma inserite nella catena degli appalti e quindi di servizi
esternalizzati dalle stesse istituzioni pubbliche. Un aspetto che nel dibattito complessivo e nei fatti concreti non può diventare secondario. Motivo per il quale come sindacato, al pari di tutte le altre realtà coinvolte, dobbiamo esserci. I lavoratori e le lavoratrici che erogano tali servizi sono molto spesso soggetti a cambio di appalti o ad affidamenti diretti, che ricordiamo essere proprio uno dei problemi centrali del lavoro che oltre a provocare precarietà provocano insicurezza, a cooperative da parte delle istituzioni provocando una
continua alternanza che determina perdita delle garanzie occupazionali. Al riguardo uno degli esempi l’affidamento diretto avvenuto di recente dall’Ambito di Larino dove il personale si è visto trasformare il contratto da tempo indeterminato a tempo determinato. Tale incertezza delle garanzie occupazionali mette in una condizione di criticità e di poca serenità nell’erogazione di un servizio ad utenza, per di più, fragile. I lavoratori e le lavoratrici devono essere centrali anche nel dibattito pubblico con l’obiettivo di lavorare al
fine di raggiungere condizioni e tutele che non possono più essere rinviate. Ci preme comprendere se tale operazione risponda a reali criteri di razionalizzazione delle spese, una spesa che vada verso una maggiore efficienza del servizio. Se così non fosse si tratterebbe dell’ennesima operazione di facciata ben lontana dalla centralità del merito e dell’imparzialità. Ci preme però anche sottolineare come il confronto con le parti sociali e i sindacati debba avvenire in maniera strutturata, il dibattito deve essere costruito in maniera chiara, organizzato e costante”.