Si è svolta oggi, presso Palazzo San Giorgio, la seduta straordinaria e monotematica del Consiglio comunale, istituita per rendere omaggio a San Giorgio Martire, patrono della città. A partire da quest’anno, tale appuntamento si terrà annualmente il 23 aprile, in concomitanza con le celebrazioni dedicate al Santo, proclamato patrono di Campobasso dal vescovo di Bojano il 16 aprile 1661.
L’istituzionalizzazione della seduta è avvenuta grazie alla proposta del vicepresidente del Consiglio comunale, Mimmo Esposito, primo firmatario del provvedimento, sostenuto da venti consiglieri di maggioranza e minoranza, a dimostrazione dell’importanza di tale iniziativa per l’intera comunità cittadina. Con un ordine del giorno, la seduta dedicata a San Giorgio sarà formalmente inserita nello Statuto comunale, consolidando così il valore della tradizione e dell’identità cittadina.
L’apertura del Consiglio ha visto protagonisti gli studenti delle classi prima, seconda e terza media dell’Istituto Montini, che hanno eseguito l’Inno di Mameli.
Uno dei momenti più significativi della mattinata è stato la cerimonia di consegna del primo Premio Città di Campobasso, un riconoscimento istituito per onorare personalità che hanno lasciato un segno tangibile nella storia della città. La premiazione è stata preceduta dall’esecuzione dell’Inno di San Giorgio, composto dal maestro Marco Columbro, musicista e funzionario del Comune di Campobasso, che ha diretto la Corale Sant’Onofrio di Ferrazzano.
Il primo Premio Città di Campobasso è stato assegnato alla memoria di Gino Di Bartolomeo, sindaco della città dal 2009 al 2014, una figura di riferimento non solo per la politica locale, ma per l’intera comunità.
Nato nel quartiere Cep, dove ha vissuto per tutta la vita, Di Bartolomeo ha dedicato decenni al servizio della città: eletto per la prima volta in Consiglio comunale nel 1970, ha concluso la sua carriera politica proprio a Palazzo San Giorgio come primo cittadino. È stato presidente della Giunta regionale e senatore della Repubblica, ruoli che ha sempre interpretato con pragmatismo e spirito di servizio, mantenendo un legame autentico con la comunità.
Il suo ricordo è ancora vivo e radicato tra i cittadini e gli amministratori, grazie al suo carattere schietto, diretto e spesso colorito, ma sempre efficace nella comunicazione e nell’azione politica. La sua leadership illuminata e il suo grande cuore lo hanno reso una figura amata e rispettata, capace di mettere il bene della comunità sempre al primo posto.
Uno dei gesti più emblematici del suo mandato fu la ricollocazione della statua di San Giorgio, spostata dall’androne del Municipio alla piazza, affinché tutti i cittadini potessero vederla e sentirla come parte integrante della città. Questo simbolico atto sottolinea la sua capacità di unire tradizione e visione amministrativa, restituendo al patrono il posto che meritava nella quotidianità della comunità campobassana.
Alla seduta di questa mattina hanno preso parte le più alte cariche istituzionali, tra cui la prefetta di Campobasso Michela Lattarulo, il questore Cristiano Tatarelli, il colonnello generale del Comando generale della Guardia di Finanza Luca Cervi, e il colonnello Luigi Di Santo, comandante provinciale della Compagnia Carabinieri di Campobasso.
A ritirare il premio alla memoria di Big Gino, il figlio Michele che ha ricordato il padre con grande emozione.
Nel corso della seduta, molti consiglieri comunali hanno condiviso ricordi personali e politici legati a Di Bartolomeo. Occhi lucidi e voci tremolanti hanno testimoniato quanto la sua presenza abbia segnato profondamente la vita politica e sociale di Campobasso, al di là di ogni appartenenza ideologica. Il suo nome resta indelebile nella memoria collettiva, una traccia concreta di passione e servizio per la città.
La seduta straordinaria dedicata a San Giorgio Martire ha dunque rappresentato non solo un momento di celebrazione religiosa, ma anche un’occasione di coesione e riflessione sulla storia e sul futuro della città, nel segno dei valori che hanno sempre guidato la comunità campobassana.