Non c’è soltanto il problema dei precari. Anche gli infermieri di ruolo chiedono il riconoscimento dei propri diritti. Molti di loro, pur di lavorare, hanno scelto di andarsene fuori regione – soprattutto al nord Italia – lasciando le loro famiglie in Molise. Dopo anni di lontananza vorrebbero tornare, ma finora hanno trovato solo porte chiuse. Per far sentire la loro voce, per lanciare un appello alle istituzioni, hanno deciso di formare un comitato spontaneo. A loro avviso una possibilità ci sarebbe per tornare nella loro terra di origine: aprire le liste di mobilità. É una normale procedura che viene fatta in quasi tutte le regione italiane, anche in quelle commissariate. Ma non in Molise, dove gli infermieri di ruolo sentono sempre lo stesso ritornello: “Non si può, il piano di rientro ci impedisce di farlo”. In realtà – dicono ancora i promotori del comitato – c’è bisogno di personale negli ospedali molisani: diversi reparti sono affidati quasi esclusivamente ai precari. “Ma non abbiamo nulla contro chi lotta per la stabilizzazione – precisano –; vogliamo soltanto che venga riconosciuto un nostro diritto: il posto da lavoro da infermieri lo abbiamo conquistato vincendo un concorso. Tra l’altro – aggiungono – con i contratti a tempo viene meno la continuità assistenziale, a discapito del paziente”. Per tutti questi motivi gli infermieri costretti a emigrare chiedono di essere ascoltati dai vertici della Asrem e della Regione. Vogliono solo tornare a casa dalle loro famiglie, nella loro terra di origine. Si può fare – dicono convinti – ma finora nessuno ha dato loro retta



