di Tonino Danese
Via Lazio. In una grande casa in mattoncini, intorno l’erba alta, all’interno due macchine e un trattore. Le stanze fatiscenti e sporche. I poliziotti della squadra mobile e il dirigente Giuseppe Annicchiarico hanno trovato il cadavere di Michele Mastropaolo, 72 anni, ex funzionario della Banca d’Italia in pensione. Non era sposato, ma aveva una figlia, di 37 anni, riconosciuta in seguito. Il corpo dell’uomo, mummificato, sulla sedia in camera da letto, seduto, il capo reclinato. Addosso vestiti invernali. Una morte che è presumibile, dunque, risalire all’inverno. Michele Mastropaolo viveva da solo, come se fosse povero nonostante economicamente stesse bene. Con i parenti pochi o nessun contatto. Da mesi i vigili urbani bussavano alla porta della sua casa, ma nessuna risposta. Nei giorni scorsi la segnalazione alla Procura e dunque alla Mobile che oggi ha fatto la macabra scoperta. Sul posto è arrivata anche la sorella, la nipote e il cugino in secondo grado dell’uomo. La figlia non è a Campobasso, ma nella casa di via Lazio è giunta la donna con la quale l’aveva avuta. Michele Mastropaolo ha avuto una vita non facile. Ha perso il padre quando era adolescente. Un incidente di cui lui fu involontario protagonista. Una vicenda che lo ha segnato e avrebbe compromesso i rapporti col resto della famiglia, ci ha riferito un parente. Ha studiato è diventato ragioniere, funzionario della Banca D’Italia. Il suo conto era pingue. Si parla di 800mila euro. Ma era malato. Un carattere particolare, chiuso, ma come è possibile che nessuno si sia accorto che quest’uomo non usciva più di casa, né parenti né amici. Gli uomini della Scientifica hanno effettuato i rilievi nella casa, trovato anche qualche centinaio di euro. La dottoressa Ivana Pitisci ha fatto l’ispezione cadaverica. Sembra, da un’analisi esterna, che le cause della morte siano naturali, forse un malore. Il corpo di Michele Mastropaolo è stato portato in ospedale e a disposizione della magistratura, del sostituito Nicola D’angelo.
