«Ascolto tutte le persone che sono scese in strada per manifestare pacificamente, ma il mio governo non può tollerare la violenza, che sta dando una cattiva immagine del Brasile». E ancora: «I violenti sono una piccola minoranza, la voce della protesta della strada è pacifica. Sono la presidente di tutti i brasiliani e ho l’obbligo di dialogare con tutti, ma nell’ambito della legge e dell’ordine». L’avvertimento di Dilma Rousseff è chiaro: in un discorso alla nazione pronunciato a reti unificate, la presidente del Brasile ha fatto capire di essere pronta al pugno di ferro se la protesta che sta dilagando nel paese continuerà a degenerare in scontri violenti. Ma la leader ha anche teso la mano ai manifestanti, mostrando di aver colto il malessere profondo che ha dato origine alla «primavera tropicale»: «Presto vareremo un grande piano in tre punti per migliorare i servizi pubblici: destineremo il 6% delle entrate petrolifere all’istruzione, faremo arrivare medici dall’estero per coprire le carenze della sanità e faremo un piano nazionale per la mobilità».