La reazione, dopo la bomba delle parole sulla «lobby gay del Vaticano» attribuite a Papa Francesco, è quella del silenzio. I vertici della Clar, la Confederazione latinoamericana dei religiosi, che hanno trascritto il loro dialogo con Bergoglio finito sul sito «Reflexion y liberación» deplorano la pubblicazione, senza spiegare come il testo sia arrivato sul web. E anche se in Vaticano ripetono che «non è possibile virgolettare quelle affermazioni attribuendole al Papa», nessuno ha smentito la sostanza di quanto pubblicato.
«In Curia c’è sconcerto per il fatto che Francesco non sia più libero di parlare privatamente senza ritrovarsi pubblicate le sue parole», sussurra sconsolato un monsignore. Che però sullo specifico della lobby gay aggiunge: «Se ne parla da tanto tempo, non è un mistero, la novità è che ora ne ha parlato il Papa, anche se forse non proprio in quei termini».




