Come era prevedibile il terremoto politico nazionale ha determinato ripercussioni immediate anche sul piano regionale. Le forze politiche saranno chiamate ad un tour de force agostano per riempire caselle e definire le candidature. Dovranno, inoltre, definire questioni che sarebbero state affrontate più avanti nel tempo, come le candidature al vertice della regione che vedono tutt’ora contrapposti big di partito. Chi corre per Roma, va da sé che non potrà correre anche per la regione nel caso fallisca l’obiettivo. E’ il caso del PD, dove per entrambi i ruoli corrono il segretario Facciolla e la capogruppo in regione, Fanelli. Facciolla parla di crisi al buio provocata da irresponsabili. Sul piano interno già convocate per venerdì la segreteria del partito e lunedì la direzione. Tutti i dirigenti, a partire da me – dice – devono dare disponibilità a candidarsi.
Annaelsa Tartaglione, coordinatrice regionale di Forza Italia e parlamentare uscente, conferma appieno la linea dettata da Berlusconi. Noi – dice – eravamo per un Draghi bis senza 5 Stelle ma il premier ha fatto altre scelte. Non abbiamo paura di tornare al voto – aggiunge.
Quello più contento della compagnia è Filoteo Di Sandro, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. Noi siamo sempre stati dell’idea che quello Draghi non fosse il governo giusto per il paese e che si dovesse tornare alle urne. I fatti ci hanno dato ragione e adesso ci organizzeremo per la campagna elettorale. Noi siamo pronti, conclude.
Antonio Federico, anche lui deputato uscente e neo coordinatore regionale del M5S si dichiara in perfetta sintonia con Giuseppe Conte. Il governo Draghi da tecnico si è trasformato in politico e non ha dato nessuna risposta ai temi da noi posti e girato le spalle alla nostra agenda sociale. Allora togliamo il disturbo, conclude Federico che, quanto ad una sua eventuale ricandidatura resta abbottonato: non è una questione in cima ai miei pensieri, dice. Adesso lavoriamo ad una proposta di qualità.