Una decisione offensiva. Una sentenza che non fa giustizia, né a Stefania né a tutte le altre vittime di femminicidio. Una sentenza che fa male, che toglie fiducia, serenità e speranza, che spalanca le porte ad ulteriori sofferenze”. A parlare è Livio Cancelliere, fratello della giovane isernina uccisa dal marito a colpi di mattarello. A tre giorni dalla sentenza ha deciso di sfogare su Facebook la delusione e la rabbia per un verdetto che sa di beffa: appena 17 anni per Roberto Colombo, responsabile di un omicidio così crudele. Livio sperava in quel giudice donna, ma la speranza – scrive – è stata mal riposta: “In questo processo, è valso il detto: ‘la legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale’. E non è ancora finita!”, aggiunge, lasciando intendere che in appello e in Cassazione l’imputato potrebbe ottenere ulteriori sconti di pena. Livio Cancelliere si dice deluso anche dall’atteggiamento del pm. A suo avviso “ha svolto una requisitoria banale, noiosa, indegna di un’aula di giustizia”, limitandosi a leggere le dichiarazioni di alcuni testi che nemmeno “ha ascoltato personalmente, neanche noi familiari”, ha detto ancora il fratello della vittima. Che inoltre ritiene sospetta la lettera dell’imputato consegnata al giudice: per Livio oltre che di dubbio gusto – poiché non chiede perdono nemmeno ai bambini e ai familiari – è tardiva, sospetta e strumentale, scritta al solo scopo di ottenere una punizione meno severa. Cancelliere riporta anche alcuni passi dei verbali scritti da chi intervenne sul luogo del delitto. Si scusa per la crudezza, ma è l’unico modo – lascia intendere – per far capire perché la famiglia di Stefania è indignata per questa sentenza. Una famiglia che ha anche rifiutato gli assegni proposti a titolo di risarcimento, mentre a sugli assegni di mantenimento per i figli, Livio Cancelliere fa notare che Roberto Colombo non solo si è sempre rifiutato di versarli, ma si è anche opposto al provvedimento del tribunale dei minori.