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martedì, Aprile 30, 2024

Non siamo profeti

EditorialiNon siamo profeti

di Paolo Frascatore

Non eravamo e non siamo facili profeti quando da queste colonne qualche settimana fa abbiamo esternato e titolato il nostro “orgoglio di essere molisani”.

Sta di fatto che il recente duplice passaggio del giro ciclistico d’Italia nella nostra regione ha palesato non tanto l’orgoglio molisano, quanto la realtà di una regione dalle mille risorse inutilizzate ai fini di uno sviluppo economico e sociale.

Paolo Frascatore

Eppure i due eventi hanno riguardato soltanto le due città di Termoli e di Campobasso, quindi solo parte della costa adriatica e del Molise centrale.

Possiamo solo immaginare i giudizi positivi dei giornalisti di fuori regione se avessero avuto anche l’occasione di visitare l’Alto e l’Altissimo Molise; senza voler dimenticare con questo le potenzialità attrattive di altre realtà regionali ricadenti nel Basso e nel Molise centrale.

Il discorso non può non riguardare, allora, la questione sollevata recentemente della nostra autonomia regionale in ordine a proposte poco oculate di annessione ad altre regioni. Perché questa deriva non fa altro che mettere in risalto il fallimento di un’intera classe politica e dirigente.

La politica, al di là delle motivazioni etiche pur importanti, è soprattutto capacità di programmare, di saper individuare e cogliere risorse e potenzialità celate, di inventare, di predisporre adeguate iniziative normative di sviluppo.

Ma nella nostra regione, probabilmente, questa è pura fantasia se ancora si mette in evidenza come l’esigua popolazione residente costituisce una sorta di palla al piede per un progresso economico e sociale.

Invece, proprio la scarsità della popolazione residente costituisce una risorsa per valorizzare le piccole attività esistenti: dall’agro-alimentare all’artigianato; dal turismo montano e costiero alle bellezze archeologiche e paesaggistiche.

Il dibattito politico su questi temi è quasi assente: si naviga a vista, dai palazzi parlamentari romani a palazzo D’Aimmo. Si rincorre il populismo, si cambia casacca in vista delle prossime elezioni politiche e regionali. Si preferisce adulare qualche piccola protesta di settore e farne cassa di risonanza per attirare consenso.

Non ci vuole tanto ad individuare questi atteggiamenti all’interno dell’assise regionale, sia di centro-destra che di centro-sinistra.

Questa, però, non è politica seria, ma soprattutto manca quella correttezza proprio nei riguardi del cittadino comune che, puntualmente, in ogni tornata elettorale viene preso in giro.

Ad ogni buon conto la giostra gira ed alla fine della corsa non varrà l’esortazione “altro giro altra corsa!”

Non vogliamo essere ancora profeti anche su questi temi. Ma certo, l’augurio è che come per il giro d’Italia, questo scatto di fantasia si verifichi per programmare seriamente e concretamente il futuro del Molise e per continuare ad essere con orgoglio la ventesima Regione d’Italia.

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