Tre fasce di rischio: alto, moderato e basso invece dei colori bianco, giallo, arancione e rosso. E’ la richiesta avanzata dalla Regioni per stabilire i nuovi criteri. Sono il Molise, il Friuli e il Venezia Giulia, intanto, ad avere le condizioni per entrare in fascia bianca. In pratica senza alcuna restrizione. Per la Sardegna si tratterebbe di un ritorno alla zona bianca, mentre per la prima volta in Molise i numeri dicono che le riaperture sono possibili.
Per arrivare a questo traguardo, però, serve mantenere questo standard per tre settimane. In pratica, se entro fine mese l’andamento del contagio mantenesse questa curva, potremmo dire di aver superato la fase critica e di poter ripartire senza alcuna misura di contenimento. Dunque, per arrivare alla piena libertà c’è ancora bisogno di un piccolo sforzo e di qualche sacrificio.
Nel frattempo, per calcolare il quadro e attribuire colori o zone di intensità del rischio, è in programma un nuovo incontro per decidere i criteri.
L’incidenza dei casi settimanali su 100mila abitanti parla in netto favore del Molise, con 41.6, il migliore in Italia. Poi ci sono Sardegna e Friuli. Da giorni le Regioni hanno chiesto di introdurre l’Rt giornaliero che preveda non solo i casi sintomatici ma anche l’incidenza dell’occupazione dei posti letto nei riparti degli infettivi e in quelli di terapia intensiva. Oggi le soglie critiche sono fissate al 40 e al 30 per cento, con il nuovo sistema scenderebbero al 30 e al 20 per cento. In questa ultima fase il Molise ha avuto un tasso di occupazione del 12 per cento di area medica e del 13 di rianimazione. Già molto al di sotto della soglia chiesta dai governatori. Il ministro della Salute Speranza al momento frena, ma il Comitato tecnico scientifico chiede di affidare proprio ai presidenti della Regioni la scelta delle misure. Le prossime ore saranno decisive.